Nell’esposizione dei fatti convulsi che si consumarono nell’estate del 1943, a partire dalla sfiducia a Mussolini fino all’indomani dell’8 settembre, l’Autore analizza la portata dell’allontanamento da una Roma ormai minacciata dai nazisti, del sovrano Vittorio Emanuele III di Savoia, insieme ad alcuni esponenti della famiglia reale e del capo del governo, il maresciallo Pietro Badoglio.
L’avvenimento, passato alla storia- con evidente eccezione negativa- come” fuga di Pescara”, che molta influenza ebbe nell’esito del referendum istituzionale del 1946, deve probabilmente essere rieletto nei termini di un << “trasferimento”, ineludibile e consapevole, che riuscì a scongiurare la liquefazione dello Stato>> e ad assicurare la continuità in uno dei momenti più drammatici del nostro ultimo secolo.