EMERGENZA ISTITUZIONALE
di Giuseppe Borgioli
Oltre all’emergenza sanitaria e a quella economica che seguirà a breve dovremo considerare l’emergenza istituzionale già in atto. Vogliamo pensare che la corte dei consiglieri del presidente Mattarella l’abbia consigliato con prudenza (come è nel suo stile) e con la sensibilità rivolta alle libertà e alle garanzie dei cittadini. Uno scrittore di sinistra come Stefano Massini mi ha indotto a riflettere su questa drammatica prospettiva che non sfugge a chi ha visione liberale della vita. Spero che Massini non si adombrerà se dico che su questo aspetto sono totalmente d’accordo con lui e lo ringrazio per aver detto chiaro e forte (in una trasmissione televisiva) quello che molti Italiani pensano ma non hanno il coraggio di obiettare. È bellissima storia del bambino che nella folla ha il candore di gridare: il Re è nudo. L’art. 13 della costituzione non lascia dubbi:” La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione e perquisizione personale né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato della autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”. Da parte nostra abbiamo stigmatizzato le restrizioni subite da un Parlamento chiuso, poi semiaperto, nella considerazione che proprio in quella sede avviene il corretto confronto fra governo e opposizione. Si dice che il professor Conte abbia voluto ispirarsi – con la modestia che lo contraddistingue - al gabinetto di guerra britannico nella seconda guerra mondiale che – ricordiamolo- faceva da pendant a un governo di unità nazionale. Niente di tutto questo in casa nostra dove il premier ha preso le decisioni più importanti da solo coadiuvato da comitati costituiti con esponenti (cosiddetti scienziati ed esperti in umanità) non provenienti dal Parlamento con la benedizione del presidente della repubblica. Tutto qui. Si dirà ma la pandemia è come una guerra ed è appropriato che si prendano a cuor leggero provvedimenti che vanno a intaccare valori universali come le libertà dei cittadini. Più che giusto se questi provvedimenti non andassero a modificare l’impianto istituzionale e a prefigurare dei pericolosi precedenti. Siamo mal messi con tre emergenze che ci aspettano al varco della ripresa. Cosa accadrà quando la quarantena sanitaria non potrà più funzionare da paracadute a questa legislatura e si potrà in teoria tornare a votare? Invocheremo le misure del distanziamento sociale per sospendere la democrazia elettorale? Staremo a vedere. Intanto un amichevole consiglio a Matterella: allarghi il cerchio dei suoi consiglieri (della sua corte) e si ricordi il detto siciliano: calati juncu ca passa la china.