Milano sabato 26 gennaio 2013 - Nella Sala degli Arazzi della Provincia di è tenuta la presentazione del libro curato dal prof. Giulio Vignoli "Gli Italiani di Crimea" che rievoca la deportazione e lo sterminio ad opera di Stalin degli Italiani colà residenti già dalla seconda metà dell'Ottocento.
Era presente l'Autore che nel suo intervento ha riferito su quei tragici fatti, ben poco conosciuti ancora oggi in Italia. Hanno preso la parola l'Ing. Novo Umberto Maerna, Assessore alla cultura della Provincia di Milano e il cav. Dino Abbascià, Presidente dell'Associazione Regionale Pugliesi, enti che hanno organizzato la manifestazione. Essi hanno portato la loro piena solidarietà.
S.A.R. il Principe Aimone di Savoia, sponsor del libro, impossibilitato a partecipare per motivi familiari, ha inviato un commosso saluto.
Don Edoardo Canetta, Delegato Apostolico per l'Asia Centrale, appena rientrato dal Kazakistan dove aveva conosciuto il prof. Vignoli, là recatosi per rendere omaggio ai Nostri morti, ha riferito della sua scoperta di nuovi documenti comprovanti la deportazione degli Italiani di Crimea nel 1942 in quel lontano paese.
Lo storico Luciano Garibaldi si è soffermato sulla presenza secolare degli Italiani in Crimea, mettendo in risalto il loro apporto di civiltà.
In sostituzione di Sergio Boschiero, impossibilitato anch'egli a intervenire a causa della partecipazione al concomitante Consiglio nazionale tenutosi a Roma, era presente Fabio Fazzari, vicepresidente nazionale U.M.I.
La manifestazione, che ha avuto un grande concorso di pubblico, è stata ripresa da varie emittenti televisive tra cui RAITV Regione Puglia, poiché la maggior parte dei nostri connazionali deportati era di origine pugliese. Il dibattito è stato coordinato dal giornalista Paolo Rausa.
Caro Vignoli,
Le sono grato dell'invito alla presentazione del Suo libro a Milano, il prossimo 26 gennaio. Quel giorno mi troverò a Stoccolma per inderogabili impegni familiari e pertanto prego Lei di portare alle autorità, ai relatori, ai convenuti, il mio saluto ed il mio augurio.
"Gli Italiani di Crimea" è opera particolarmente meritoria perché ha tolto dall'oblio una storia straordinaria di valore, di eroismo e di sacrificio vissuta e sofferta da tanti nostri connazionali.
Ai Pugliesi presenti un saluto particolare, pensando anche a quelli lontani, rimasti in Crimea, specialmente a Giulia, questa piccola grande donna che guida i superstiti della tragedia e i loro discendenti tenendo viva la loro Italianità.
Con molta cordialità
Sopravvenuti, inderogabili impegni familiari hanno impedito al principe Aimone di essere materialmente fra noi. Egli è comunque assente, ma presente.
Si ricorda oggi, tramite il libro a più mani “Gli Italiani di Crimea”, una terribile tragedia, ancor più terribile perchè ignorata e nascosta per tanti anni: la deportazione e lo sterminio degli Italiani di Crimea.
Nel libro vengono rievocati i tormenti e le tragiche morti conseguenti alla deportazione, ordinata da Stalin, dei nostri connazionali di Crimea. Per l'unica colpa di essere di origine italiana, di sentirsi italiani, furono deportati nel lontano Kazakistan: uomini, donne, vecchi, bambini, anche neonati.
Con un preavviso di poche ore, con un bagaglio di soli otto kg, nel pieno dell'inverno del 1942 vennero trasportate in vagoni piombati 1300 persone in condizioni tali (ben descritte dai pochi superstiti) che provocarono la morte di quasi tutti i bimbi, dei lattanti, i cui cadaverini dovettero essere lasciati nel lungo calvario ai margini della ferrovia che attraverso 7 Stati dell'URSS li condusse nel lontanissimo Kazakistan e così anche molti altri, vecchi o meno.
Le condizioni che trovarono furono tali che la grandissima maggioranza dei restanti perì poi per il freddo, la fame, gli stenti, i maltrattamenti. Una tragedia che va finalmente e integralmente svelata, stracciando il velo dell'oblio e del silenzio complice.
Siamo qui cari amici per ricordare. Ricordare sempre per onorare i martiri.
Permettetemi quindi di salutarvi tutti con profonda gratitudine.
Ai Pugliesi un forte abbraccio: a questo proposito mi si lasci ricordare che alla sua nascita il principe Aimone venne insignito da re Umberto II del titolo di Duca delle Puglie. Quindi la sua adesione ha un particolare significato. Mi si consenta anche a me ricordare i pugliesi lontani, rimasti in Crimea, la Giulia, l'anima forte della ora piccola Comunità di Kerc e della Crimea.
(dalla presentazione tenutasi a Milano)