IL DUALISMO IMPERFETTO
di Giuseppe Borgioli
I risultati elettorali in Calabria e in Emilia Romagna hanno rivelato aspetti della dinamica politica sui quali val la pena di riflettere. Le tornate elettorali regionali sono ormai paragonabili alle elezioni di medio termine che prefigurano le tendenze politiche generali. Come in ogni competizione (non solo politica) l’agonismo prevale sulle analisi e i riflettori sono puntati su chi vince e chi perde. I media hanno bisogno di vincitori e vinti. Anche le istituzioni, a tutti i livelli, hanno bisogno di vincitori chiaramente usciti dalle urne che diano vita a maggioranze stabili. E’ un peccato che la pubblica opinione si sia concentrata sulla vicenda dell’Emilia Romagna e la Calabra sia rimasta in disparte sotto un cono d’ombra. E’ destino di questa regione rimanere dimenticata non solo dai governi. Sulla Emilia Romagna ha prevalso ancora, seppur con molte novità, il sistema di potere che data da 70 anni e ruota intorno al partito comunista e alle sue successive affiliazioni. Il partito comunista ieri e il partito democratico oggi ha saputo costruire una rete di interessi economici e politici che non è facile smantellare. E’ quasi eroico esercitare la libera professione o il libero commercio in una regione dove il controllo pubblico è asfissiante. Le mobilitazione della “sardine” ha avuto il sapore di una ribellione della società protetta contro il nuovo. Le “sardine” adulate da tutti i giornalisti in funzione anti Salvini sono apparse come orfani che temono lo sgretolamento di un “piccolo mondo” felice sotto il piccone della crisi economica e della globalizzazione, prima che di Salvini. Sicuramente il volto della sinistra, come la splendida caricatura di Peppone, è sempre stato bonario, tollerante e connivente come la cucina emiliana. La Romagna più sanguigna è un’altra cosa. Qualche segnale l’abbiamo colto anche nella conservatrice Emilia Romagna. Il voto tende a concentrasi sui due principali schieramenti, il centro destra che si aggrega attorno alla lega e il centro sinistra che siede alla corte del partito democratico. I “cinque stelle” sono spariti, hanno avuto vita più breve dell’ ”uomo qualunque”. Sempre in Emilia Romagna i protagonisti del nuovo dualismo, lega e partito democratico, hanno raccolto più del 60 per cento dei voti, come la DC e il PCI raccoglievano nella prima repubblica in Italia più del 70 per cento dei voti. Si sa questa è la terra del “dualismo politico”. I fantasmi di Peppone e Don Camillo uscita dalla penna geniale di Guareschi, sono ancora là che duellano. E’ questa la democrazia? In una bella citazione di Umberto Eco quando una parte pretende di avere sempre ragione c’è il rischio che i dissidenti non trovino il coraggio di reagire.