di Marco Chiudioni
Ieri sera nel corso del programma Carta Bianca il giornalista Corrado Augias a proposito della necessità di coesione sociale e senso del dovere per contrastare la pandemia auspicava che il Presidente Draghi pronunciasse il noto discorso di Churchill, del «sangue, fatica, lacrime e sudore» (in inglese: Blood, toil, tears and sweat).
Augias dimentica che quel discorso fu pronunciato da Churchill agli inglesi, per incitarli a resistere, nella guerra contro la Germania e l'Italia, che per quanto fascista, era ed è la nostra Patria. Ma soprattutto Augias non tiene conto che nelle difficoltà ogni popolo deve cercare nella sua storia, e non in quella degli altri, la propria forza.
Il 10 novembre 1917, all'indomani della sconfitta di Caporetto, quando tutti gli alleati dell'Italia, inglesi e francesi, tremanti e sfiduciati, chiedevano il ripiegamento fino al Mincio (il che voleva dire lasciare indietro praticamente tutto il Veneto, Venezia, Padova, Treviso, Verona e Mantova), il Re d'Italia, Vittorio Emanuele III, il Re Soldato, pronunciò un discorso che rinsaldò gli animi e portò poi, dopo una "sovrumana lotta" alla Vittoria dell'Italia sull'Austria-Ungheria, ossia contro uno degli eserciti, all'epoca, più potenti del mondo.
Quel discorso dovrebbe essere studiato nelle nostre scuole, non per rivangare odi ormai superati, ma per ricordare la forza e il coraggio che gli italiani hanno sempre dimostrato e l'importanza, soprattutto in questo difficile momento, di essere uniti nelle difficoltà e per ricordarci che siamo italiani e non siamo secondi a nessuno!
Dunque, semmai Draghi dovesse citare un discorso per rinsaldare gli animi e richiamare tutti al senso del dovere nel combattere il Covid, sopportando nuovi sacrifici, potrebbe ricordare che "DA QUANDO PROCLAMÒ LA SUA UNITÀ E LA SUA INDIPENDENZA, LA NAZIONE NON EBBE MAI AD AFFRONTARE
PIÙ DIFFICILE PROVA. MA COME NON MAI NÉ LA MIA CASA NÉ IL MIO POPOLO, FUSI IN UNO SPIRITO SOLO, HANNO VACILLATO DINANZI AL PERICOLO, COSÌ ANCHE ORA NOI GUARDIAMO IN FACCIA ALL'AVVERSITÀ CON VIRILE ANIMO IMPAVIDO.
DALLA STESSA NECESSITÀ TRARREMO NOI LA VIRTÙ DI EGUAGLIARE GLI SPIRITI ALLA GRANDEZZA DEGLI EVENTI...
TUTTI SIAM PRONTI A DAR TUTTO, PER LA VITTORIA E PER L'ONORE D'ITALIA".