Lo straordinario concorso di popolo, di tutte le età ed etnie che, con dolore composto e silenzioso, ha accompagnato le esequie della regina Elisabetta II, esempio di pubblico servizio allo Stato, ha dimostrato al mondo intero, attraverso l’ossequio alla Sovrana, la vasta condivisione del ruolo della monarchia costituzionale capace, ad un tempo, di incarnare l’identità di un popolo, la sua storia e le sue tradizioni, essenziale in tempi di globalizzazione, e di garantire una vera separazione dei poteri, presidio di libertà e democrazia.
Nella ritrosia di giornali e televisioni a riconoscere che le monarchie, sottraendo il Capo dello Stato al condizionamento dei partiti che in Repubblica lo eleggono, è evidente che la funzione arbitrale del Sovrano consente il libero dispiegarsi del confronto delle forze politiche, come dimostra la celere conclusione della crisi del governo Johnson, a Londra, e la nuova realtà politica svedese, a Stoccolma.
L’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.) ritiene che l’esperienza della Regina Elisabetta contribuisca a fornire elementi di riflessione al dibattito, ampiamente condiviso dalle forze politiche italiane, sulle riforme costituzionali, attraverso la verifica della tenuta democratica delle istituzioni della Repubblica, a cominciare dal ruolo e dai poteri del Capo dello Stato, temi sui quali i monarchici sono naturali interlocutori dei partiti, considerato che i principi di libertà ed uguaglianza che sono alla base dei più importanti rapporti civili, etico sociali e politici, come le regole dell’ordinamento dello Stato nell’attuale Costituzione, sono in gran parte tratte dallo Statuto Albertino, la legge fondamentale della Monarchia rappresentativa parlamentare.
Roma, 17 settembre 2022
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi