IL FUTURO DELLE DINASTIE
di Giuseppe Borgioli
Che cos’è una dinastia? Il nostro mondo è affollato di dinastie o di famiglie che si fanno passare per tali. Ci sono dinastie nella economia e nella finanza. Ci sono dinastie nello spettacolo. Ci sono dinastie nella politica, anche oltreoceano: i Clinton, i Bush, i Cuomo. Ovviamente anche l’Italia ha le sue dinastie, celebrate nel tempo. Con l’avvento della repubblica c’è stato il tentativo di colmare il vuoto della Dinastia, quella vera . Sono spuntati i vari personaggi incoronati dalla stampa e dalla televisioni, da quello che chiamiamo il mondo dei media. Si direbbe che i popoli non possono stare senza Re. Qualche volta sono degli idoli fabbricati ad ho, qualche altra volta a appartengono a dinastie temprate dalla storia.
Come nasce una dinastia è una domanda ancora aperta e lasciata alla sensibilità di ognuno. Sicuramente è nel corso degli eventi la Dinastia prende coscienza di sé e diventa motore della storia.
La dinastia non è la semplice successione dei nomi e delle date. E’ qualcosa di più e di diverso di una genealogia.
In un mondo appiattito come quello minacciato dall’uso democratico dei social media scompare ogni riferimento alla verticalità dei valori. La competizione è fra il numero di followers (seguaci) che ciascuno riesce a raccogliere (non a fidelizzare) solo per esibire un indice di popolarità. O una sfera di influenza I mezzi sono tutti ammessi nel grande mercato della telematica. Come gli scopi. Non esclusi quelli economici e commerciali.
Non si tratta solo della fiera della vanità che accompagnava la noia della società di massa. Tutti hanno diritto al successo. Il principio democratico si invera, in mancanza di meglio, nella pratica dei social media che è alla portata di tutti- Perché non dovrebbe essere così? Quali regole dovrebbero impedirlo o limitarlo? Quella che sembrava una spinta ad allargare i confina della comunità di amici si rivela una apertura di orizzonti difficilmente prevedibili, soprattutto nel campo politico e commerciale. D’altra parte la rivoluzione ( a noi questa parola non suona bene) è destinata a infrangere anche le barriere della comunicazione. Non si può tornare indietro. E forse non è nemmeno desiderabile. E’ la tanta osannata democrazia applicata in versione estrema al comportamento umano. So bene che cisono sistemi totalitari che possono essere messi in discussione sola dalla rete spontanea dei social media e dalle loro applicazioni. Mi preoccupa il futuro delle società tradizionali e da come cambieranno i loro capisaldi di vita.
Mi preoccupa l’autenticità di un messaggio come il nostro che attinge ai valori fondanti della società.
La politica non è solo competizione per il potere, per determinare chi comanda e chi obbedisce.
Senza valori le istituzioni restano scheletri senza vita.
E’ probabile che siamo a una svolta di questo tipo e che il compito dei monarchici vada ben al di là di una restaurazione di una Dinastia. Ci attende il compito superiore alla nostre forze (missione impossibile) di restaurare un ordine di valori condiviso dall’umanità di oggi e di domani.