Il precipitare degli avvenimenti nel Sud Est asiatico restringe il margine di ogni previsione e analisi. E' abbastanza chiaro che il nipote e l'erede politico di Kim II Sung ( il vero padre della Corea del Nord) ha un disegno strategico. La sua non è semplice follia guerrafondaia. Per capire meglio la situazione e i rapporti che vengono a stabilirsi fra le potenze in campo bisogna non perdere di vista la geopolitica. La geografia è tornata a orientare la politica degli stati e ogni soggetto cerca di conquistare un posto migliore a teatro.
E' evidente che il quadro di riferimento della Corea del Nord è il Sud Est asiatico in cui aspira ad un ruolo di media potenza atomica che usa il deterrente nucleare per raggiungere i suoi obiettivi espansionistici che restano prevalentemente militari anche perchè l'economia locale offre a breve grandi chance: dalla vicina e attraente Corea del Sud al resto della penisola indocinese. Sotto questo aspetti il patronage cinese è giunto al copolinea. La Cina ha interessi (strategici e economici) troppo diversi per imbarcarsi nelle avventure nordcoreane.
Gli Stati Uniti hanno interessi e allaeti vitali inb questa aarea e non possono permettersi di stare alla finistra.Non dimentichiamoci che gli Stati Uniti (è un loro punto di forza) hanno una Casa con doppia esposizione sull'Adriatico e sul Pacifico.
Si direbbe che la loro posizione geografica li ha destinati ad un ruolo globale naturale.L'isolazionismo è un lusso che neppure Trump può permettersi. Se si accetta il paradosso, ridotte le proporzioni, questo è un pò quello che accade alla nostra Italia nel centro del Mediterraneo che non può dotarsi di una politica estera attiva.
Ma nel nostro caso dovremmo in via prioritaria restaurare lo Stato.
Come si dice, questà è un'altra storia.
Giuseppe Borgioli