La moglie di Cesare e la casa di Renzi
di Giuseppe Borgioli
Pompea fu la moglie ripudiata da Cesare in circostanze che sono divenute proverbiali. Fu riferito a Cesare che Pompea approfittando della sua assenza lo aveva tradito. Si dice che lui non abbia aspettato le prove e l’abbia subito allontanata perché – sostenne – che “sulla moglie di Cesare non doveva gravare nemmeno il sospetto”. È un modo per dire che un uomo pubblico deve attenersi ad un comportamento privato cristallino. Anche se non commette reati perseguiti dal codice penale, chi è investito di una carica pubblica non deve essere sfiorato dal sospetto. Come recita persino la costituzione repubblicana, le carche pubbliche vanno esercitate con disciplina e onore. La casa legittimamente acquistata da Matteo Renzi non ha nulla di penalmente rilevante. Qualsiasi cittadino se deve acquistare una casa ed è sprovvisto di liquidità ricorre a un amico. Se poi, come nel caso di Renzi, restituisce il denaro tutta l’operazione ha il crisma della normalità. È pur vero che nel caso di Renzi l’amico benefattore era stato nominato alla cassa depositi e prestiti, ma fra i due episodi non c’è un rapporto di causa -effetto. Faccio uno sforzo e capisco che intorno al nome dell’uomo politico fiorentino, alla sua famiglia e a tutte le faccende che lo riguardano ci sia un interesse morboso della stampa e dell’informazione. La casa di Renzi fa notizia e tutto può servire a far crescere lo sconforto della gente. Questo malcostume giornalistico un tempo si concentrava sulla vita personale dei Membri delle Case Reali. Oggi, si direbbe, è la volta dei politici. La chiamano gogna mediatica e non c’è alcun espediente legislativo che la possa impedire. Ma c’è qualcosa di più. Renzi ha fondato un partito, Italia viva, che nei sondaggi non promette bene, oscilla dal 3 al 5%. Quando, prima o poi, si andrà a votare Italia viva per risultare visibile avrà bisogno di una legge elettorale proporzionale che non penalizzi la frammentazione. Questo concorso di circostanze avverse rende Renzi particolarmente vulnerabile. Ha un solo colpo in canna: essere determinante per la tenuta in vita del governo Conti bis. Non è una predizione difficile che col nuovo anno, dopo l’approvazione della legge finanziaria, ne vedremo delle belle. Purtroppo il panorama politico repubblicano è affollato di leaders politici attenti al proprio destino elettorale che hanno difficoltà a comportarsi come uomini di stato. Ai nostri uomini politici potrebbe essere di insegnamento quanto à accaduto nel Regno Unito con la Brexit dove un uomo politico. a detta di molti osservatori che lo conoscono e non lo stimano, ha saputo assecondare le aspettative del popolo ed è stato premiato dall’elettorato. Forse aveva ragione Benito Mussolini – mi dispiace riconoscerlo – quando asseriva che la democrazia è un sistema senza Re, dove tutti si credono Re. Qui ha origine l’anarchia intesa come caos, e quindi la tirannide.