Con questa nuova ricerca l’Autore conclude l’analisi del triennio compreso tra il 1943 e il 1946, lasso di tempo nel quale si attuano cambiamenti radicali per l’Italia, non privi di tensioni, scontri ed eccidi, come quello consumatosi sulla strada napoletana di Via Medina nei primi giorni del giugno ‘46, preludio infausto alla nascente Repubblica e all’esilio della Casa regnante. Questo lucido e attento ‘riesame’ dei fatti di Napoli, che la storiografia tende largamente a dimenticare, non è soltanto un “atto dovuto”, e mai compiutamente attuato, alla memoria delle vittime del dissenso popolare filomonarchico, ma è anche una profonda denuncia circa le responsabilità di chi doveva, di chi poteva evitare un’inutile strage, dopo giorni di imponenti e perlopiù pacifiche proteste di piazza, alimentate dall’esito ambiguo – da quel «deficit di trasparenza», per usare le parole dell’Autore – della consultazione referendaria del 2 giugno.