Parola di Re

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L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.


(Umberto II - 1956)

ETEROGENESI DEI FINI

di Giuseppe Borgioli

È una espressione che viene dalla filosofia di Hegel e che a scuola mi ha fatto sudare le fatidiche sette camicie.  Il significato è semplice e facile da ridurre alla esperienza quotidiana della storia e della cronaca.  Molti eventi non sono compresi dai fini che ci proponiamo con le nostre azioni e i nostri disegni.  La storia progredisce proprio non totalmente racchiusa dalle nostre previsioni. Facciamo un esempio concreto. Abbiamo votato per il taglio dei parlamentari. Sappiamo il risultato ufficiale del referendum ma non sappiamo e forse non sapremo mai il dato dell’affluenza alle urne soprattutto nelle regioni non interessate dal voto amministrativo che ha esercitato la funzione di traino per la partecipazione (bassa) degli elettori. Sulle ragioni del no molti hanno scritto con argomenti che facevano appello alla dottrina più che ai risentimenti. Prendiamo atto che il referendum è passato, non è il primo che perdiamo, brogli a parte. Non ci sfugge la genesi tutta politica (demagogica) del quesito che è stato sottoposto agli elettori. Ecco che spunta l’eterogenesi dei fini. I risultati si vendicano delle nostre intenzioni. Ora il Parlamento dovrà legiferare sulla nuova legge elettorale. Ciascuno tirerà fuori dal taschino un testo secondo le convenienze del proprio gruppo politico. Nel contrasto degli interessi c’è caso che esca una legge elettorale particolarmente punitiva di quelli che presumevano di trarne vantaggio. Ancora l’eterogenesi dei fini. Le leggi elettorali andrebbero concepite in un clima di unità nazionale perché prevalesse l’interesse generale. Così consigliano i politologi che hanno prodotto una vasta letteratura sull’argomento. Ci sono dei principi empirici sui quali nessuna persona seria discute.  Il sistema proporzionale andava bene nella prima repubblica quando la spaccatura politica era netta o almeno era tale sul proscenio, ad uso e consumo del pubblico. Oggi la tendenza è di garantire la governabilità e di far sì che all’indomani del risultato elettorale si conosca già il nome del vincitore e del vinto. Sistemi elettorali diversi ispirati a principi diversi. Nel corso della storia dell’Italia Unita, Casa Savoia ha fatto ricorso alternativamente a questi sistemi che conservano la loro legittimità. L’importante è tener fermo il concetto che quando si scrivono le regole bisogna coinvolgere tutti o non escludere a priori nessuno. Altrimenti succede che come si giocava da ragazzi e c’era sempre qualcuno prepotente che voleva decidere per gli altri. Ve lo ricordate?  “il pallone è mio e comando io”. La risposta era pronta con la prontezza che hanno i ragazzi. “Se il pallone è tuo, gioca da solo”.