Parola di Re

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L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.


(Umberto II - 1956)

di Davide Simone, storiografo e consulente di comunicazione

“Il giorno 26 giugno 1975, circa le ore cinque di sera​, nel cominciare il movimento della nave per lasciare il porto, i famigliari chi piangeva e chi gridava adio. Tutta la folla pur grandi vi era, gridava ad alta voce e sventolare bandiere italiane e grida ad alta voce viva l'Italia. La musica suonava, un'altra nave passeggiera eropea alla banchina a fianco che fischiava, anche la Michelangelo che si ritirava. Non posso nascondervi che dalla tanta emozione e nostalgia della madre Italia le lagrimi mi recavano la faccia, e non solo io ma tante patriotte italiane lo stesso hanno pianto di gioia. [...] Il 4 luglio, giorno del mio compleanno, arrivavammo a Napoli Italia. Coe ho detto prima, questo era l'ultimo viaggio della nave icheangelo. Io non so ci l'ha ordinato una grande festa, o il capo della Marina italiana o i capo dela Città di Napoli. Nell'arrivare noi a Napoli abiamo trovato nel porto una folla immenza che aspettava il nostro arrivo. Prima di appoggiare sul porto hanno urnita tutta la nave Michelangelo di bandiere italiane e stelle filande, fornivano per tutti i passagiere dolce , liquore, sigaette e tutto il ben di Dio, le musiche suonavano affesta, tutto il popolo che ci aspettava sulla banchina, tutti con le bandierine in mano che gridava viva l'Itaa. Io nel vedere tuttociò e pensare di essere arrivato a vedere ancora una volta la mia patria dove era stato il mio natale e ancora due fratelli amici e parenti che mi aspettavano, mi sono tanto emozionato che piancevo con le lagrimi agli occhi piene di nostalgia." ("La spartenza"*, Tommaso Bordonaro) In questi passaggi tratti dal suo ormai celebre diario, l'emigrante siciliano Tommaso "Masinu" Bordonaro (Bolognetta, 4 luglio 1909 – Florida, 15 ottobre 2000) racconta l'affetto, suo come di tanti altri emigranti del Mezzogiorno e del resto d'Italia, per la Madrepatria lasciata, e quello dimostrato dai napoletani e dalle autorità cittadine verso il Paese e i connazionali al momento di ricevere i migranti di ritorno. Vera e propria fonte storica "primaria", ed anche per questo di enorme importanza e significato, l'opera di Bordonaro contribuisce a smentire un certo revisionismo dilettantesco d'impronta neo/filo-borbonica, o comunque anti-risorgimentale e anti-nazionale, che vorrebbe i nostri emigranti meridionali, e più in generale i meridionali vissuti nelle prime fasi post-1861, avversi all'Italia come Stato unitario, nostalgici del vecchio regime ispano-borbonico e in una condizione di sudditanza psicologica, con l'Italia percepita come "matrigna".

 

 

*Titolo assai evocativo e di grande portata simbolica. E' un'espressione dialettale che tradotta significa «Il partire, il dividersi l'uno con l'​altro con pena» (Nuovo dizionario siciliano-italiano, di Vincenzo Mortillaro)