Parola di Re

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L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.


(Umberto II - 1956)

LA VIA DELLA SETA

di Giuseppe Borgioli

L’Italia è la prima potenza del G7 a concludere un accoro organico con la Cina nella cornice della annunciata “via della seta” che dovrebbe ripercorrere il cammino delle carovane che attraversavano l’Eurasia e stabilire nuove connessioni commerciali. La via della seta oggi è caratterizzata da legami infrastrutturali che costituiranno una vasta area di rapporti commerciali, culturali e in definitiva geopolitici. La visita a Roma dei maggiorenti cinesi sanciranno questi accordi configurati in un memorandum già condiviso dal governo italiano.

Secondo i commentatori l’aspetto commerciale è prevalente. Alla Cina interessano le infrastrutture portuali. Ma è inutile negare che siamo di fronte ad una scelta strategica che peserà non poco sulla nostra politica estera.

In un mondo globalizzato le vie commerciali fanno parte di una strategia che tende a prendere il posto dei conflitti armati.

Le colonie del mondo globalizzato sono soggetti   che per ragioni economiche e commerciali obbediscono ai “nuovi padroni”. Con buona pace dei sovranisti senza sovrano.

Il rapporto di sudditanza non è solo politico. Più incalzante è il rapporto di sudditanza commerciale e finanziaria. Da anni la repubblica popolare cinese detiene una notevole quota del debito americano anche se Trump fa finta di non saperlo.

Una nazione che cresce, come la Cina, al ritmo del 7-8 per cento l’anno non può non muoversi anche sul piano finanziario globale.

E’ una nuova forma di egemonia che non contempla – almeno con l’Europa – l’uso della forza. Qui la forza non serve. È sufficiente le leva commerciale e finanziaria. Anche se la Cina non ha perso il vizio delle esercitazioni militari. Ne ha conclusa una nel Mediterraneo. Ecco a cosa serve il porto del Pireo.

Il sistema cinese, una sorta di turbocapitalismo con il partito unico al comando, sembra la formula magica per consolidare lo sviluppo declinandolo con l’ordine interno.

Agli occhi dei cinesi la democrazia occidentale è poco attraente. Troppi diritti, troppe distrazioni, troppo caos. I risultati sono evidenti. L’Europa è in declino. Solo un pazzo può pensare di esportare quel modello in Cina. Siamo noi illusi che pensiamo di aver qualcosa da insegnare agli altri.