L'Unione Monarchica Italiana - pur nel dovuto rispetto per le altrui opinioni - prende atto con profondo rammarico delle parole e del contenuto della dichiarazione con la quale le Comunità Ebraiche richiedono la revoca della intitolazione alla memoria del Re Vittorio Emanuele III di Biblioteche, Scuole, Istituti ed enti vari.
L'UMI, in omaggio alla verità storica, ricorda che:
- nel 1848, lo Statuto, concesso dal Re Carlo Alberto, stabilì, tra l'altro, i diritti civili e la libertà di culto per gli ebrei del Regno di Sardegna, diritti e libertà estese, con l'Unità, a tutto il Paese, compresa Roma,
-il Governo Mussolini ebbe la fiducia della Camera dei Deputati con 305 voti, dei quali solo 35 fascisti.
Gli altri 270 erano liberali e popolari.
In particolare, i popolari, dopo aver posto il veto ad un nuovo Governo Giolitti, espressero il loro consenso con un forte discorso di quello che allora era il loro capogruppo alla Camera (il cui nome, per chi lo avesse dimenticato, era Alcide De Gasperi) ed ebbero illustri personalità tra ministri e sottosegretari, come gli onorevoli Meda e Gronchi che divenne poi, addirittura, Presidente della Repubblica.
-le leggi in questione furono controfirmate (dopo tre rifiuti) dal Capo costituzionale dello Stato, in quanto votate dal Parlamento. Tali leggi furono revocate immediatamente dopo la caduta del fascismo.
-il Re e la Regina Elena furono anch'essi vittime - come innumerevoli italiani - della tragedia della guerra, con la morte, dopo atroci sofferenze, della figlia Mafalda, in un campo di concentramento nazista,
L'UMI, proprio nell'anniversario degli eventi del 1917/1918, desidera ribadire che il nome di Vittorio Emanuele III, il Re di Peschiera e di Vittorio Veneto, resta indissolubilmente legato a quella Vittoria che, ottenuta, con enormi sacrifici di uomini e donne, sotto la Sua guida, unitamente a quella del Generale Diaz e del Duca d'Aosta, compì l'unificazione della Patria.
Roma, 4 gennaio 2018.
Avv. Alessandro Sacchi