Parola di Re

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L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.


(Umberto II - 1956)

Quando l’Italia era tagliata in due

di Giuseppe Borgioli

Non so se sia stato il più grande scrittore italiano del novecento,  certamente e’ stato il più letto e tradotto nel mondo, il più amato e odiato in Italia. E’ stato uno straordinario narratore che ha insegnato a scrivere a giovani generazioni di italiani.

Giovanni Guareschi  ha dato vita con la scrittura a personaggi che descrivevano fedelmente l’Italia di allora: tagliata in due dalle ideologie che annebbiavano le menti ma unita nello sforzo  della ricostruzione.

Nel  “mondo piccolo” di Guareschi,  nella rivalità irriducibile  di Peppone e Don Camillo  (altro che il compromesso storico che abbiamo conosciuto più tardi!), nella loro comune condivisione dei valori di fondo  della società: la famiglia, l’amor di patria, il lavoro, la religione. Non c’era Stalin che potesse turbare questo modo di pensare e di vivere. Peppone e Don Camillo ricordavano un’altra rivalità , quella  ciclistica fra Coppi e Bartali  che sul Tourmalet  si passavano la borraccia.

La vicenda di Giovanni Guareschi fu straordinaria anche sul piano civile. Era fedele al Re . La medaglietta con l’immagine di Vittorio Emanuele III l’ aveva salvato negli anni del campo di lavoro trascorsi  in Germania Quella medaglietta non era null’altro che un simbolo che teneva compagnia a Guareschi e lo induceva a sperare in giorni migliori.

Ho conosciuto  compagni di prigionia di Guareschi ,  che non la pensavano come lui, ma furono  ammirati dal suo comportamento stoico.

Come alcuni ricordano Giovanni Guareschi tornò in prigione, nella carceri di San Francesco a Parma per una brutta vicenda che non fa onore a quei magistrati e a quei politici fondatori della repubblica.

Giovanni Guareschi, come scrisse, raccolse le sue cose nel vecchio zaino del campo di prigione e rimase dignitosamente in carcere senza sconti di pena senza che nessuno sentisse il dovere di graziarlo. Verosimilmente Guareschi volle cosi’, essere trattato come gli altri carcerati,  come era stato nel campo di lavoro.

Ora l’Italia repubblicana  non è più  tagliata in due: il “mondo piccolo” celebrato da Guareschi si è dissolto. L’Italia di oggi è frantumata, spezzettata , atomizzata  in tanti egoismi, in tante piccole rivalità di quartiere. Solo il Re – forse- potrebbe compiere il miracolo di tenerla unita.