Ho accolto con grande piacere l'iniziativa di pubblicare le memorie di SAR la Principessa Elena di Savoia, duchessa d'Aosta, mia nonna. Desidero perciò esprimere agli autori, all'editore, ai relatori, a tutte le Autorità presenti oggi a Milano, i sentimenti della mia profonda gratitudine. Non sta a me illustrare la Sua figura e la Sua opera: mi sia solo consentito di dire che Ella è stata una delle donne più straordinarie della storia della mia Casa. Dopo Caporetto e Peschiera, di cui ricordiamo in questi giorni il centenario, molto importante fu il Suo contributo alla resistenza e alla Vittoria. Giunga pertanto a tutti - unitamente ai miei rinnovati ringraziamenti - il mio memore, fervido buon lavoro!
Castiglion Fibocchi,11ottobre 2017
Amedeo di Savoia
di Salvatore Sfrecola
La maggior parte dei monarchici italiani, soprattutto dei ragazzi del Fronte Monarchico Giovanile (F.M.G.), che fa capo all’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.), lo vorrebbe Re d’Italia. E in effetti nei confronti di Aimone di Savoia, figlio di Amedeo e di Claudia d’Orleans, che oggi compie 50 anni, essendo nato a Firenze il 13 ottobre 1967, milita una profezia non di poco conto. L’avrebbe fatta San Pio da Pietrelcina molti anni fa a Maria Josè, allora Principessa di Piemonte. Era andata a trovarlo a San Giovanni Rotondo nell’atmosfera ricca di tensioni alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il frate santo aveva preannunciato la caduta della Monarchia. Ma aveva anche previsto che un Re all’Italia l’avrebbe dato, negli anni a venire, un principe di un altro ramo di Casa Savoia.
E così è stato facile per i monarchici dell’U.M.I., l’Associazione presieduta da un giovane e brillante avvocato napoletano, Alessandro Sacchi, identificare in Aimone di Savoia Aosta l’uomo della profezia dell’umile cappuccino che infiamma i cuori e le menti di milioni di cattolici in Italia e nel mondo.
La famiglia Aosta, i Duchi di Aosta come comunemente vengono identificati, è, infatti, un ramo della Casa di Savoia che discende da Amedeo di Savoia terzogenito di Vittorio Emanuele II, il primo Re d’Italia. Amedeo sarà Re di Spagna nel 1871, abdicherà nel 1873 e riprenderà il titolo ducale. Gli Aosta si sono distinti nel tempo attraverso il multiforme impegno di straordinarie personalità, da Emanuele Filiberto Comandante della III^ Armata, qualificata “invitta” nel Bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918, a Luigi Amedeo, Duca degli Abruzzi, due volte circumnavigatore del globo, scalatore ardito (Monte Sant'Elia, Ruwenzori, K2), partecipante alla spedizione verso il Polo Nord, colonizzatore della Somalia, ad Amedeo eroico difensore dell’Amba Alagi, ad Aimone, Re di Croazia con il nome di Tomislavo II, padre di Amedeo e pertanto nonno del giovane Aimone.
Come molti principi moderni non impegnati in un ruolo istituzionale Aimone lavora in una grande realtà industriale, la Pirelli, in qualità di Amministratore Delegato della filiale russa ed ha sede a Mosca. Laureato in economia alla Bocconi Aimone è stato, come il padre Amedeo, allievo del Collegio Navale Francesco Morosini di Venezia. Ha frequentato i corsi dell’accademia navale e, da Ufficiale di Stato maggiore, è stato imbarcato su nave Maestrale, una fregata della nostra Marina Militare impegnata nelle operazioni della Guerra del Golf
Dopo la laurea ed un periodo di specializzazione presso la J.P. Morgan & Co., ha lavorato nel settore marketing del Gruppo Rinascente e del Gruppo Merloni. Nel 1994 si è trasferito in Russia, a Mosca per lavorare con la Tripcovich Trading Company. Nel 2000 è stato assunto dal gruppo Pirelli nell’ambito del quale ha ricoperto la carica di direttore generale responsabile per il mercato della Russia e di tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica. Nel 2006 è stato vicepresidente dell'Associazione delle imprese italiane in Russia, la Gim-Unimpresa, socio aggregato di Confindustria. Dal 1º luglio 2012 Amministratore Delegato della Pirelli Tyre Nordic, responsabile per tutti i mercati dei paesi scandinavi, e, dal 1º settembre 2013, è responsabile per Pirelli Tyre della regione Russia e paesi nordici.
Imparentato con le famiglie reali di Grecia, Danimarca, Bulgaria, Romania, Regno Unito, Spagna, Francia e Russia, Aimone, che parla correttamente inglese, francese, spagnolo e russo, è sposato dal 2008 con Olga di Grecia, secondogenita del principe Michele. Ha tre figli, Umberto (Parigi 7 marzo 2009), principe di Piemonte, Amedeo (Parigi, 24 maggio 2011), duca degli Abruzzi, Isabella (Parigi, 14 dicembre 2012).
I monarchici italiani sperano nella profezia di San Pio e guardano con fiducia il bassorilievo dello scultore Cesarino Vincenti nella cripta dove fino a qualche tempo fa riposava il corpo del cappuccino Santo. L’opera raffigura la Sacra Famiglia attorniata da un gruppo di persone: vi compaiono la Madonna con Gesù Bambino in grembo e San Giuseppe. Dinanzi alla Sacra Famiglia è Padre Pio che regge tra le braccia un agnello. Compare poi un gruppo di giovinetti e una ragazzina inginocchiati. Tutti sono rappresentati negli abiti tradizionali, eccetto lo stesso Padre Pio, con il saio francescano, ed uno dei ragazzi ritratto in abito moderno da cerimonia. Ha le sembianze di Aimone di Savoia ed indossa il collare dell’Annunziata che Re Umberto II gli aveva conferito quando il giovane aveva 15 anni. Titolo dell’opera: “Bellezza e regalità ti stanno d’intorno”.
Per Alessandro Sacchi e per quanti aderiscono all’Unione Monarchica Italiana non c’è dubbio che l’uomo del bassorilievo sia Aimone di Savoia Aosta, il principe manager che vorrebbero incoronare Re d’Italia per rinverdire l’albero dell’antica dinastia, dopo i Savoia Carignano, da Carlo Alberto ad Umberto II, il Re sfortunato che ha salvato l’Italia dopo un referendum dall’esito più che dubbio, accettato perché “un Re è di tutti e non regna con il 51 per cento”, come mi ricorda Sacchi con un sorriso tra mestizia e speranza, che incontro all’ingresso del Palazzo di Giustizia di piazza Cavour, a Roma, la toga sul braccio per difendere in Cassazione.
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"Identità e cittadinanza", un contributo di Salvatore Sfrecola
Il dibattito, in Parlamento e nel Paese,haassunto assai spesso i toni di uno scontro sui valori fondanti della democrazia, quelli che costituiscono in qualche modo l’identità di uno Stato. E ciò perché il disegno di legge n. 2092, all’esame del Senato,recante “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza”, divide profondamente, e non soltanto per motivi di merito.