Il precipitare degli avvenimenti nel Sud Est asiatico restringe il margine di ogni previsione e analisi. E' abbastanza chiaro che il nipote e l'erede politico di Kim II Sung ( il vero padre della Corea del Nord) ha un disegno strategico. La sua non è semplice follia guerrafondaia. Per capire meglio la situazione e i rapporti che vengono a stabilirsi fra le potenze in campo bisogna non perdere di vista la geopolitica. La geografia è tornata a orientare la politica degli stati e ogni soggetto cerca di conquistare un posto migliore a teatro.

E' evidente che il quadro di riferimento della Corea del Nord è il Sud Est asiatico in cui aspira ad un ruolo di media potenza atomica che usa il deterrente nucleare per raggiungere i suoi obiettivi espansionistici che restano prevalentemente militari anche perchè l'economia locale offre a breve grandi chance: dalla vicina e attraente Corea del Sud al resto della penisola indocinese. Sotto questo aspetti il patronage cinese è giunto al copolinea. La Cina ha interessi (strategici e economici) troppo diversi per imbarcarsi nelle avventure nordcoreane.

Gli Stati Uniti hanno interessi e allaeti vitali inb questa aarea e non possono permettersi di stare alla finistra.Non dimentichiamoci che gli Stati Uniti (è un loro punto di forza) hanno una Casa con doppia esposizione sull'Adriatico e sul Pacifico.

Si direbbe che la loro posizione geografica li ha destinati ad un ruolo globale naturale.L'isolazionismo è un lusso che neppure Trump può permettersi. Se si accetta il paradosso, ridotte le proporzioni, questo è un pò quello che accade alla nostra Italia nel centro del Mediterraneo che non può dotarsi di una politica estera attiva.

Ma nel nostro caso dovremmo in via prioritaria restaurare lo Stato.

Come si dice, questà è un'altra storia.

Giuseppe Borgioli

del Dott.Carlo Baratta

Il conte savoiardo nella sua teoria sull’ordinamento politico pone al centro il concetto di  uomo. L’uomo va conosciuto, analizzato in tutta la sua complessità, con i suoi limiti ed le sue competenze, con i suoi istinti tendenti verso il basso ed i suoi slanci ideali; dall'uomo la teoria passa agli aggregati sociali: la corporazione, la famiglia, la nazione con al vertice lo Stato che ordina tutte queste componenti che, in sua assenza, tenderebbero ad un moto centrifugo o in termini moderni  subirebbero il processo  di  liquefazione.

Grazie a questa impostazione de Maistre arriva a una conclusione  non politicamente corretta, paradossale e in opposizione con tutto il pensiero settecentesco e quindi  anche con quello relativista nichilista moderno “Non esiste l'uomo nel mondo. Nel corso della mia vita io ho conosciuto francesi, italiani, russi; grazie a Montesquieu so anche che si può essere persiani; ma in quanto all’uomo dichiaro di non averlo mai incontrato: se esiste, esiste senza che io lo sappia ”. De Maistre frantuma l’idea di'universalismo omologante  che si  è imposto come pensiero unico nell’occidente nato  sotto l'Illuminismo. Non ha senso considerare nello stesso modo tutti gli uomini e tutti i popoli perché le differenze esistono e pongono scottanti problemi.

Secondo il suo pensiero la rivoluzione francese, è stato il tentativo  di formare uno Stato fondato sul principio del diritto, il cosiddetto stato di diritto, però il vero fine è la garanzia della sua vita giuridica, basata su una distinzione dei poteri.

Questo modello di stato si limita a garantire la libertà dei cittadini mediante la tutela del diritto,non ha una sua politica, che è subordinata alla morale mutevole del tempo e espressione di una fantomatica maggioranza. Dice il conte “La massima di altri tempi, che sta all'origine dei nostri Regimi parlamentari, secondo la quale spettava a coloro che dovevano pagare i tributi approvarli, è ora, implicitamente od esplicitamente, sostituita dall'altra che spetta a coloro che non pagano i tributi approvarli e lo imporli agli altri”.

La Rivoluzione  ha dato il potere allo  stato  che però non sa cosa vuole,per  questo motivo la costituzione non possono  essere disposte da assemblee elettive o  da tecnici  ma devono  essere  il  risultato  di un processo storico devono  essere la sintesi  delle leggi  e delle consuetudini che si  sono  consolidate nel tempo.

De Maistre ritiene che non siano le assemblee o leggi a dettare la costituzione di un popolo, ma che essa si deve diffondere come " religione nazionale", come " fede politica", quindi come innevamento sociale dei pregiudizi nazionali. I pregiudizi sono un prodotta del vivere sociale e stanno alla base di  ogni ragionamento  e apprendimento, il cervello  elabora per mezzo  di pregiudizi, la società e un insieme di  cervelli che per comunicare devono usare uno stesso  codice  semantico :il pregiudizio.

Dice il conte “La massima di altri tempi, che sta all'origine dei nostri regimi parlamentari, secondo la quale spettava a coloro che dovevano pagare i tributi approvarli, è ora, implicitamente od esplicitamente, sostituita dall'altra che spetta a coloro che non pagano i tributi approvarli e lo imporli agli altri”.

Un potere che si definisce, come quello moderno , popolare, fondato solo sui diritti dei singoli, è per Maistre illegittimo e instabile, la rivoluzione, per questo  pensatore, svilisce il concetto di autorità per sostituirlo con quello  di puro potere dispotico della sovranità popolare, distrugge ogni legittimità sostituendola con il mero esercizio della legalità.

Nella Rivoluzione vede un crimine contro un ordine eterno che garantiva all'uomo un concreto e sensato "posto" nella scala gerarchica del cosmo morale e politico: quel crimine è quindi, prima di tutto, un'empietà de Maistre è però anche critico verso l'Antico Regime – per le sue derive assolutistiche e libertine .

La Rivoluzione per de Maistre va interpretata in senso etimologica come "allontanamento" da un equilibrio perciò è necessario un "ritorno" rispetto ad un centro fisso

La controrivoluzione perciò  sarà un ristabilimento dell'ordine tradizionale cristiano

Il modello sarà quello derivato  da una famosa espressione relativa al Re inglese che, "regna ma non governa", che sono due diverse funzioni: quella di "regnare" fa assumere a chi la riveste un ruolo simbolico, di "rappresentanza", di identificazione della persona con l'istituzione, senza che a ciò corrisponda necessariamente la possibilità di guidare effettivamente le sorti dell'istituzione stessa. Il termine "governare" indica invece questa seconda funzione: quella di segnare la strada giorno per giorno, di decidere cosa si deve fare e non fare, di risolvere i problemi e di collocare le persone nei posti di comando, e così via.

De Maistre capì che la crisi del suo tempo e a maggior ragione quella contemporanea, si caratterizza come crisi dell'uomo. La lotta che il mondo cosiddetto moderno con le sue false idee astratte ha ingaggiato contro l’uomo reale concreto ha ridotto  le persone a atomi in una massa di atomi, a individui  anonimi e  recentemente pure asessuati.

L’ uomo  per De Maistre deve riacquistare la coscienza delle sue potenzialità ma anche dei suoi limiti e riscoprire  il senso  di autorità, che deriva da autore,  ognuno in  un certo  contesto  è autore  se  riesce ad esprimere se stesso se no se continua a farsi  inebetire delle idee politicamente correte riduce a automa lobotomizzato.

 

La Conferenza organizzata dall’U.M.I. Club di Torino, ha avuto luogo presso l’Hotel Diplomatic nel cuore del centro storico della città. Ha visto una nutrita partecipazione di pubblico, con la presenza anche di giovani esterni al mondo monarchico.L’evento, presieduto dall’Avv. Edoardo Pezzoni Mauri, dell’Ufficio di Presidenza dell’UMI, che ha portato un saluto ai presenti, ha avuto inizio con un breve prologo a cura del segretario nazionale del Fronte Monarchico Giovanile, Simone Balestrini, la conferenza ha trovato il suo pieno sviluppo espositivo da parte del Gen.B.(aus.) Roberto Lopez, commissario provinciale e responsabile del Club di Torino. I contenuti  della conferenza sono risultati particolarmente graditi, stimolando la curiosità di molti presenti. In particolare è stato apprezzato il messaggio relativo al legame ontologico tra Sovranità e Stato, come premessa necessaria e utile a qualsiasi azione di governo della cosa pubblica, sia all’interno della Nazione, sia all’esterno, così come ribadito da S.A.R. il Duca Amedeo d’Aosta nel discordo d’augurio agli italiani per l’anno 2017. E’ poi intervenuto il Presidente nazionale dell’U.M.I. Avvocato Alessandro Sacchi, il quale ha ribadito l’importanza dell’identità nazionale nel quadro del contesto europeo, sempre legata al concetto di Sovranità, invitando a guardare con sano realismo al processo di unificazione europea. Ha infine ricordato ai presenti le motivazioni che hanno determinato, a suo tempo, la creazione dell’Unione Monarchica Italiana e quali siano le sue finalità, sottolineando come esse possano essere strettamente e positivamente legate al futuro dell’Italia. Dopo la conferenza, presso un ristorante cittadino del centro, è stato organizzato un “vin d’honneur” per i membri del Club. 

 la sala

il Gen.Brig.Roberto Lopez, commissario di Torino dell'U.M.I.

il Presidente nazionale U.M.I., Avv. Alessandro Sacchi,

Nella suggestiva cornice della sala consiliare della Provincia si è tenuto, sabato mattina 21 ottobre in Teramo, un Convegno organizzato dalla Presidenza Regionale dell'Unione Monarchica Italiana e dal Fronte Monarchico Giovanile.

Il Convegno voluto in occasione del 119° anniversario della nascita dell'Eroe dell'Amba Alagi,  principe Amedeo di Savoia, III Duca d'Aosta, prendendo spunto dalle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone, il celebre  poeta latino di Sulmona (Aq), di cui ricorre il bimillenario, ha dibattuto il tema del trasformismo politico e del degrado in cui la versa oggi la  nostra politica.

Moderato egregiamente dal Direttore di Teleponte, D.ssa Serena Suriani, il Convegno si è aperto con i saluti del prof. Berardo Tassoni, Presidente Regionale U.M.I. e Preside della Scuola Eurostudi di Teramo, che ha ringraziato le numerose persone presenti in sala, tra cui una delegazione del consiglio nazionale dell’UMI e diverse personalità della politica e della cultura locali, tra i quali i Christophe Ruffier - Coordinatore regionale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Cristina Morroni - Consigliere Comunale di Teramo, Marina Spatocco - già Consigliere Provinciale, l’Ing. Gabriele Giovannini - Consigliere Comunale di Campli e già Sindaco dello stesso Comune, Maria Gabriella De Dominicis - già Coordinatrice di Alleanza Nazionale di Montorio, il prof. Aladino De Paolis - già Sindaco di Torricella Sicura, Dino De Dominicis - già Vice Presidente delle Provincia e Vice Presidente della ASL, Vincenzo Savarese - già Comandante dei Vigili del Fuoco, il Poeta Antonio Alleva, il “patron” della cucina tradizionale teramana Marcello Schillaci.  i due consiglieri nazionali U.M.I. dell’Abruzzo Claudio Agostini e Rossano Bucciarelli, il consigliere dell’Umbria Maurizio Ceccotti, il consigliere della Liguria Marco Gramegna,  i consiglieri della Campania Corrado Biondi, Giovanni Cavallo e Armando Di Maria, e altri.

Prima che,  prendessero la parola i relatori, hanno portato i propri saluti il Dott. Dodo Di Sabatino - Vice Sindaco ed Assessore al Comune di Teramo, il Dott. Berardo Rabuffo - già Consigliere Regionale e Vice Sindaco di Teramo, il Dott. Rudy Di Stefano - Coordinatore Provinciale di Direzione Italia, l'Avv. Carla Di Biase - Assessore al Comune di Chieti.

Per email hanno mandato il proprio saluto il Presidente Emerito della Regione Abruzzo Dott. Gianni Chiodi, impossibilitato ad intervenire perché influenzato, l’Avv. Paolo Gatti, impegnato con un corso di formazione, il Consigliere Comunale del PD Dott. Gialluca Pomante, impegnato in altro convegno, e il Responsabile UNUCI Geom. Gianfranco Di Genova, occupato con il congresso di sezione.

Subito dopo il moderatore ha letto il messaggio di S.A.R. il principe Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, e ha dato l'avvio alla serie di interventi relativi al Convegno, nei quali si sono succeduti in ordine: il Prof. Berardo Tassoni, l'Avv. Paolo Albi - Commissario UMI di Roma, il Prof. Marco Grandi - Professore Emerito dell'Università di Genova e l'Avv. Alessandro Sacchi - Presidente Nazionale UMI.

Al termine la delegazione dei consiglieri nazionali dell’U.M.I., guidati dal Segretario Nazionale Oronzo Cassa, i dirigenti dell’U.M.I. aprutina, varie personalità e invitati presenti in sala si sono portati a Civitella del Tronto, sede della famosa fortezza che fu l’ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie a capitolare al nuovo Regno d’Italia, per ammirare le bellezze del luogo e per gustare un’ottima colazione di lavoro, allietata dalle specialità dell’eccellente cucina e dei vini civitellesi.

In serata, alle 20,00  si è tenuto un secondo Convegno, dal tema “Alfredo Misuri e le Camicie Azzurre nell’ottobre del 1922”, per ricordare e far meglio conoscere la figura del politico perugino, di fede monarchica, che si pose fieramente contro l’avanzata del fascismo, con un celebre discorso alla Camera di “opposizione fascista” nel 1923, per il quale, la sera stessa, fu aggredito e pugnalato e successivamente, nel 1927, condannato al confino a Ustica per le sue idee “sovversive”.

In conclusione si è svolta una simpatica quanto solenne cerimonia nel corso della quale gli studenti della Scuola di Recupero anni scolastici “Eurostudi”, sfilando con il cappello al suono dell’inno nazionale ed acclamati dal numeroso pubblico che gremiva la sala conferenze dell’Hotel Abruzzi, hanno ricevuto il meritato diploma 2017.

Una cena di gala ha concluso la serata al ristorante “da Gilda”, cui hanno partecipato più di 120 commensali.

Molti gli attestati di stima e di ringraziamento pervenuti al Preside Prof. Berardo Tassoni per essersi professionalmente impegnato per la preparazione degli studenti e dei due formidabili e riuscitissimi convegni.

il tavolo degli oratori

Il Prof.Berardo Tassoni, Presidente Regionale U.M.I Abruzzo ed organizzatore dell'evento,

e la Dott.ssa Serena Suriani, Direttore di Teleponte

L'Avv. Paolo Albi, Presidente Prov. di Roma U.M.I., e l'Avv. Alessandro Sacchi, Presidente nazionale U.M.I.

L'Avv. Alessandro Sacchi, Presidente nazionale U.M.I., e il Prof.Avv.Marco Grandi

L'Avv. Alessandro Sacch, Presidente nazionale U.M.I.

La sala

La sala

L'Unione Monarchica Italiana partecipa al cordoglio della Famiglia.