LA PIETRA E LA POLVERE
Marco Grandi e Gian Nicola Amoretti sono stati il riassunto della mia vita politica e non solo politica. Li avevo conosciuti nel 1965 ma sulla data c’era una piccola e simpatica controversia.
Erano una coppia politica quasi perfetta, complementari l’uno all’altro. Erano, loro sì, prima di tutto monarchici con una visione dell’altra Italia che li poneva a contestare radicalmente la repubblica e il regime che lentamente e inesorabilmente si andava costituendo.
Marco Grandi era un leader naturale. Nell’aspetto, nel tono della voce, nella pacatezza e lucidità del pensiero dimostrava le qualità di guida politica che in tempi ordinari sarebbero emerse con la forza dell’evidenza. Ma i cinquant’anni che abbiamo attraversato non sono stati tempi ordinari.
Edgardo Sogno che è stato uno dei nostri fari più di una volta ci ha confidato che era stato più facile combattere i nazisti.
L’emarginazione civile, il dileggio o il silenzio, il conformismo misto al compatimento non si potevano fronteggiare senza una dose suppletiva di coraggio e di fedeltà alle proprie idee. Nessuna storiografia potrà mai narrare e risarcire l’offesa di quegli anni.
Però non furono mai settari. L’ironia e l’autoironia (un po’ ligure) li portava a battersi anche duramente senza odiare l’avversario.
Per Grandi questo abito mentale era la sua seconda natura che indossava con eleganza come un doppio petto.
La sua superiorità non era una posa. Era semmai la consapevolezza della debolezza della natura umana su cui non bisogna farsi delle illusioni. Negli ultimi tempi forse si era ricreduto sul significato dell’amicizia ma aveva continuato a crederci e a perseguirla.
Eddy Sogno fra i suoi tanti libri e pubblicazioni ci ha lasciato un testo non politico: La pietra e la polvere. Sogno sosteneva che siamo tutti destinati a diventare una manciata di polvere. Lo sforzo di dare una forma morale alla nostra vita consiste nel lasciare frammenti di pietra che resistano al tempo.
Sono gli ideali, le generosità, gli slanci dell’animo che danno senso alle nostre azioni e alla nostra esistenza.
Grazie amici, ci avete insegnato ad essere pietra e non polvere.
Giuseppe Borgioli
Marco era persona allo stesso tempo interamente idealista e realisticamente concreta.
Non un sognatore, non un nostalgico ma un uomo del suo tempo che ha fatto politica, sul terreno della vita associativa e di partito, per contribuire al bene dell'Italia.
Tutta la sua esistenza, da ragazzo fino all'ultimo respiro di ieri, ha avuto una "Stella Polare": la Patria e il Re, uniti e indissolubili perché questo era e resta, appunto, il bene dell'Italia.
Era figlio di Mario, Aiutante di Campo dell'allora Principe Ereditario Umberto di Savoia, e nipote del Generale Domenico, che fu anche Ministro della Guerra nel 1914 e al quale, nella natia Corinaldo, ha dedicato importanti convegni storici e concorsi con premi per i giovani studenti delle scuole, cresciuti dalla romitiana repubblica nella ignoranza delle proprie radici civili e nazionali e nella faziosità di una narrazione distorta e disonesta per tentare di colmare quel vuoto, generato dai brogli del 2 giugno 1946 e dal "gesto rivoluzionario" del successivo 12 giugno, che è e resterà incolmabile. Lo disse Indro Montanelli nel febbraio 2001 al Re Simeone II di Bulgaria che lo visitava nella sua casa di Milano, in viale Piave, accompagnato proprio da Marco e dal nostro caro amico Camillo Zuccoli: "Al mio amico Ciampi - affermò Montanelli - dico sempre che se alla catena della nostra Storia togli l'anello di Casa Savoia tutta la catena cade".
Accanto ai tenerissimi affetti familiari, alla sposa Paola e al figlio Domenico oggi increduli e disperati, sempre presente, vivo e irriducibile vi era l'amore per la Patria declinato nella fedeltà e nella devozione - non astratta perchè più che meritata - al nostro grande e indimenticabile Re Umberto, che di Marco e di Paola fu testimone di nozze.
Quel giorno felice, accanto al Re e agli sposi vi era anche un uomo al quale Marco, insieme al compianto Gian Nicola Amoretti, era legatissimo: Edgardo Sogno, l'eroe Medaglia d'oro della Guerra di Liberazione che, con il suo coraggio, ardimento, coerenza e fermezza, rappresentava un esempio e un simbolo altissimi di cosa significhi essere patrioti monarchici.
In questi Ideali e Valori, che non mutano e non tramontano, Marco ha percorso il suo cammino, spezzato prematuramente ieri, impegnandosi in tutte le battaglie condotte nella nostra Unione Monarchica, nella Consulta del Senato del Regno e, quando esisteva, nel PLI insieme ad alcuni amici scomparsi che vorrei qui ricordare tra i tanti valorosi parlamentari ed esponenti monarchici liberali: Augusto Premoli, Luigi Durand de la Penne, Roberto Cantalupo, Benedetto Cottone, Luigi Barzini jr., Umberto Bonaldi, Vittore Catella, Giuseppe Alpino, Emilio Pucci, Giuseppe Fassino, Vittorio Badini Confalonieri, Giorgio Bergamasco, Umberto e Vittorio Emanuele Marzotto, Enzo Fedeli, Sam Quilleri, Alberto Giomo, Arnaldo Frumento.
Poche ore prima della tragedia aveva parlato con il Principe Aimone, al quale lui come noi tutti siamo legati sia per rispetto delle volontà di Re Umberto e delle norme vigenti in Casa Savoia da 44 Capi Famiglia e 29 Generazioni, sia per quel principio di meritata fiducia e fedeltà che in Re Umberto ha avuto il suo paradigma.
Uniti ai suoi cari nel dolore e nel ricordo, lo salutiamo con affetto fraterno, con profonda gratitudine e con infinita tristezza.
Ciao, Marco.
Giovanni Semerano
Presidente onorario dell'Unione Monarchica Italiana
Membro della Consulta del Senato del Regno
Marco Grandi, in piedi, con Re Umberto II, Edgardo Sogno e, di spalle, Luigi Durand De la Penne
( fonte www.sicilia20news.it)
Michele Pivetti Presidente Unione Monarchica Italiana - Regione Siciliana
Gli ultimi eventi sismici che hanno interessato la provincia di Catania hanno segnato duramente la popolazione Siciliana. L’Unione Monarchica Italiana si stringe attorno al dolore delle famiglie coinvolte e delle amministrazioni locali. Siamo consapevoli che il Governo Regionale viaggi al massimo regime per alleviare i disagi patiti in quei luoghi ma esortiamo tutti e ciascuno ad adoperarsi per fare fronte alla situazione che si è determinata. Inoltre, invitiamo chi avesse in programma di visitare quei luoghi per l’imminenza della festività del capodanno ad informarsi bene, con le autorità competenti, prima di disdire eventuali prenotazioni presso strutture ricettive poiché il mancato introito per quelle zone aggiungerebbe oltre al danno la beffa. Nei prossimi giorni l’UMI stabilirà i modi di intervento al fine di stare vicina alle popolazioni colpite. Al Governo nazionale chiediamo di guardare, per una volta, alla Sicilia non come terra di conquista elettorale ma come parte di una Nazione ferita.
Michele Pivetti Gagliardi
Presidente Unione Monarchica Italiana – Regione Siciliana