Tra gli italiani che si apprestano a festeggiare la Pasqua in Famiglia e con Amici e Parenti ve ne sono alcune migliaia nelle zone terremotate del Lazio, delle Marche e dell’Umbria che attendono ancora interventi concreti per la ricostruzione degli immobili civili ed industriali. Nel ricordare con affetto questi sfortunati compatrioti, che in altri tempi ricevettero il pronto aiuto delle Autorità dello Stato, l’Unione Monarchica Italiana chiede di conoscere quale utilizzazione abbiano avuto i 30 milioni di euro raccolti grazie alla generosità degli italiani e dei quali, nonostante le sollecitazioni di organi di informazione e interrogazioni parlamentari, non si è saputo nulla. Auspichiamo che la Magistratura faccia chiarezza per rispetto di chi ha donato e dei cittadini dei comuni terremotati.
Roma,17.04.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Attoniti e commossi dinanzi alle fiamme che hanno avvolto Notre Dame a Parigi i monarchici italiani condividono i sentimenti identitari, civili e spirituali, dei quali quella Basilica è espressione non solo francese ma europea, sentimenti che in queste ore muovono ovunque i cuori e le menti.
Ricordando che le Cattedrali sono parte significativa delle comuni radici dei popoli europei l’Unione Monarchica Italiana segnala ai distratti che gli stati più sviluppati del Continente sono Monarchie parlamentari, le quali si distinguono per il rispetto della legalità, del progresso sociale ed economico dei loro popoli, ed auspica che l’Europa della più antica civiltà, che vanta cultura e intelligenze non comuni, diventi effettivamente la Patria delle Patrie.
Roma, 16.04.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
LA REPUBBLICA CONSOCIATIVA
di Giuseppe Borgioli
La repubblica è nata consociativa e persegue la sua vocazione come un peccato originale. La costituzione reale della società è modellata sul consociativismo. Si litiga come in una riunione di condominio per raggiungere l’accordo che accontenta gli interessi di ciascuno a detrimento della giustizia.
La moltiplicazione dei centri decisionali, dai consigli di quartiere ai comuni, alle metropoli, alle provincie (resuscitate) alle regioni, alle comunità montane anche laddove non ci sono i monti, comporta che ci siano elezioni grandi o piccole con periodicità incalzante. Si vota dappertutto e all’indomani di ogni elezione ci si mette d’accordo sulla spartizione del potere sicché ognuno possa vantare un incarico proprio come nel vituperato ventennio fascista dove l’inflazione delle cariche era arrivata al capo fabbricato.
Il potere senza l’autorità. I vitalizi, gli assegni a pioggia distribuiti con larga generosità, i rimborsi spese dei nuovi mandarini nutrono questo consociativismo come le alghe marine i pesci grossi.
Ma cosa succede quando le risorse finiscono? Quando i pescicani non trovano più di che cibarsi.
Un esercito di assessori, consiglieri, portaborse senza borse si spintonano a vicenda, cercano affannosamente un posticino, nido o tana, da cui celebrare il loro misero rito del potere.
Alcuni zoologi hanno spiegato che l’era giurassica à spartita quando gli animali giganteschi che la popolavano non poterono più sfamarsi, si estinsero per mancanza di cibo. Le condizioni ambientali che avevano reso possibile quel tipo di vita mutarono e chiusero un ciclo di storia naturale.
Forse siamo alla vigilia di un nuovo ciclo di storia naturale. L’aspetto benefico delle crisi economiche (e finanziarie) è anche quello di far uscire i popoli dall’era giurassica.
La destabilizzazione della Libia, con la quale l’Italia vanta antichi rapporti culturali ed economici, preoccupa fortemente l’Unione Monarchica Italiana, anche nel timore che la crisi politica, della quale non si intravede una soluzione, possa favorire un massiccio esodo di disperati verso le nostre coste, difficile da governare. Si tratta di una situazione internazionale alla quale concorrono, non solamente la Francia, con i suoi noti interessi economici nel settore energetico, da sempre spregiudicatamente perseguiti, ma anche altre potenze che sulle coste del nord Africa sembra intendano misurare la propria capacità d’influenza politica ed economica. Secondo l’Unione Monarchica Italiana la drammatica situazione libica denuncia, altresì, ancora una volta, oltre agli errori dei governi italiani che si sono dimostrati incapaci di individuare affidabili interlocutori politici in quel paese, l’assoluta irrilevanza dell’Unione Europea, senza una politica estera ed una adeguata forza militare che ne facciano un attore autorevole nello scacchiere internazionale.
In vista del rinnovo del Parlamento Europeo l’Unione Monarchica Italiana invita, pertanto, i monarchici elettori nei vari partiti a dare la loro preferenza a candidati che abbiano una rinnovata visione del ruolo dell’Unione Europea quale soggetto politico adeguato alla sua storia ed all’importanza politica ed economica degli stati membri, e quindi fattore di equilibrio internazionale e di benessere per i cittadini del Continente.
Roma,15.04.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Il sondaggio dell’Unione Sarda, che chiede di conoscere l’opinione dei lettori sull’ipotesi di cambiare nome a Largo Carlo Felice, Re di Sardegna e Duca di Savoia, per intitolarlo ad una, non meglio individuata, donna sarda “meritevole”, dimostra negazione della storia e, pertanto, della identità di un popolo. L’Unione Monarchica Italiana, che già in altra occasione ha condannato modifiche nella toponomastica dirette a cancellare pezzi di storia della Nazione o di una regione, ritiene che, ove accolto, il cambio di denominazione costituirebbe una gravissima lesione della storia della Sardegna che si è sviluppata lungo secoli con espressione di altissimi valori identitari, civili e spirituali, che vanno conservati indipendentemente dalle attuali idee politiche di ciascuno.
In proposito l’Unione Monarchica ricorda a tutti che le città e i borghi d’Italia recano ovunque strade e piazze intitolate a Giuseppe Mazzini. E questo è avvenuto sotto il Regno d’Italia.
Roma,13.04.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi