Il Presidente Nazionale dell’Unione Monarchica Italiana, Avv. Alessandro Sacchi, ha nominato, oggi 2 novembre 2022, la Dott.ssa Francesca Stajano Ispettore Nazionale dell’Associazione.

Francesca Stajano, laureata in giurisprudenza, parla francese ed inglese, da anni è nel campo artistico come attrice, regista, autrice, sceneggiatrice e produttrice. Svolge l’incarico di Commissario Comunale di Roma U.M.I. con dedizione e capacità, organizzando eventi ed incontri sul territorio ed aumentando simpatizzanti ed iscritti.       

L’Unione Monarchica Italiana invia a Francesca Stajano i migliori auguri di buon lavoro.

Dott.ssa Francesca Stajano

Se volete rivedere la conferenza, vi invitiamo a visitare la seguente pagina:

(65) Ottobre 1922. Cento anni dopo - YouTube

 

Va senz’altro apprezzato il riferimento del neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, che, nel ricordare alcune date significative della storia d’Italia, ha voluto richiamare il 17 Marzo 1861 quando fu istituito il Regno d’Italia, lo Stato unitario nato dal Risorgimento, frutto dell’impegno di quanti, col pensiero e l’azione realizzarono quello che fu definito un “miracolo”, secondo le aspettative di un popolo intero, dopo secoli nei quali era stato “calpesto e deriso” perché “diviso”.

L’Unione Monarchia Italiana (U.M.I.) ringrazia il Presidente La Russa per il sentimento nazionale dimostrato ancora una volta nel rispetto della storia.

Roma,13 ottobre 2022

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

La vittoria del Centrodestra e i tempi lunghi della formazione del nuovo Governo

Di fronte al risultato elettorale che ha visto la netta prevalenza di un partito e della coalizione alla quale appartiene, l’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.) non può fare a meno di tornare a segnalare che se fossimo a Londra il Re conferirebbe già oggi l’incarico di formare il Governo al Capo del partito di maggioranza.

A Roma, assisteremo a riti bizantini che ritarderanno la formazione del nuovo Governo, conferma della inadeguatezza del sistema costituzionale e della legge elettorale.

Roma,26 settembre 2022

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

di Salvatore Sfrecola

Nel dibattito sulle riforme costituzionali i monarchici italiani si offrono come interlocutori dei partiti | Un sogno Italiano)

Le esequie della Regina Elisabetta II si stanno rivelando occasione per l’approfondimento delle tematiche istituzionali nell’ambito del dibattito, sviluppato anche durante la campagna elettorale, che attiene al ruolo del Presidente della Repubblica e delle Camere del Parlamento. E così l’avv. Alessandro Sacchi, Presidente dell’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.), prende carta e penna e diffonde un comunicato con il quale si dice disponibile ad interloquire con i partiti politici sui temi istituzionali, compresa, è facile immaginare anche se non è scritto, la riforma della legge elettorale che più volte l’U.M.I. ha richiamato come base della democrazia rappresentativa, in quanto strumento di selezione della classe dirigente. L’esempio è proprio l’ordinamento del Regno Unito che dispone di una legge elettorale basata su collegi uninominali che fin qui ha concorso a selezionare una classe dirigente di buona qualità, anche se oggi il primo ministro non può vantare, come poteva fare Sir Antony Eden, che nel suo governo ben sette ministri, come lui, si erano laureati all’Eton College, famoso collegio di epoca Tudor tra i cui ex allievi si contano ben 19 premier inglesi.

L’Avv. Sacchi prende spunto dalle immagini che le televisioni di tutto il mondo ci mostrano Londra, il lungo Tamigi con in fila coloro che intendono riservare il loro omaggio alla salma della Regina in Westminster Hall. “Lo straordinario concorso di popolo, scrive Sacchi, di tutte le età ed etnie che, con dolore composto e silenzioso, ha accompagnato le esegue della regina Elisabetta II, esempio di pubblico servizio allo Stato, ha dimostrato al mondo intero, attraverso l’ossequio alla Sovrana, la vasta condivisione del ruolo della monarchia costituzionale capace, ad un tempo, di incarnare l’identità di un popolo, la sua storia e le sue tradizioni, essenziale in tempi di globalizzazione, e di garantire una vera separazione dei poteri, presidio di libertà e democrazia. Nella ritrosia di giornali e televisioni a riconoscere che le monarchie, sottraendo il Capo dello Stato al condizionamento dei partiti che in Repubblica lo eleggono, è evidente che la funzione arbitrale del Sovrano consente il libero dispiegarsi del confronto delle forze politiche, come dimostra la celere conclusione della crisi del governo Johnson, a Londra, e la nuova realtà politica svedese, a Stoccolma”.                                                     

Ed ecco la conclusione: “l’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.) ritiene che l’esperienza della Regina Elisabetta contribuisca a fornire elementi di riflessione al dibattito, ampiamente condiviso dalle forze politiche italiane, sulle riforme costituzionali, attraverso la verifica della tenuta democratica delle istituzioni della Repubblica, a cominciare dal ruolo e dai poteri del Capo dello Stato, temi sui quali i monarchici sono naturali interlocutori dei partiti, considerato che i principi di libertà ed uguaglianza che sono alla base dei più importanti rapporti civili, etico sociali e politici, come le regole dell’ordinamento dello Stato nell’attuale Costituzione, sono in gran parte tratte dallo Statuto Albertino, la legge fondamentale della Monarchia rappresentativa parlamentare”.

Accoglieranno i partiti il contributo che i monarchici italiani offrono ai repubblicani di tutti i partiti sui temi della riforma costituzionale nei suoi vari aspetti? Perché nella prossima legislatura non si parlerà solo di presidenzialismo. Anzi è probabile che, nel pressing delle esigenze di carattere economico e sociale dovute alla crisi indotta dallo straordinario aumento dei costi delle fonti di energia, in un Paese il cui territorio è stato ove trascurato, ove depredato, Parlamento e Governo saranno impegnati a ricostruire un minimo di funzionalità delle infrastrutture viarie, ferroviarie, idrauliche, portuali e aeroportuali delle quali alcune regioni sono gravemente carenti.

La nuova legislatura, se vorrà essere ricordata positivamente, dovrà porre mano alla riforma dell’amministrazione pubblica ai vari livelli di governo, redistribuendo le attribuzioni in modo da rendere più celeri i procedimenti che dovranno contemporaneamente essere semplificati. Una grande sfida per lo sviluppo e la crescita di questo meraviglioso Paese che soffre da troppo tempo della incapacità della classe dirigente di immaginare il futuro.