di Davide Simone

Quando si parla di fenomeni come le interferenze russe nella politica occidentale e l'uso di "fake news" e "troll farms" per manipolare l'opinione pubblica di un altro Paese e/o sabotarne la politica e i processi decisionali, non si può prescindere dall'analisi dell'epoca in cui viviamo, cioè quella della "fourth generation warfare". Le 4WG, questo il loro acronimo, sono letteralmente le "guerre di quarta generazione", ovvero conflitti dove l'uso delle armi è quasi del tutto scomparso e a combattersi non sono più singoli stati ma soprattutto istituzioni sovranazionali e meta-gruppi. Ciò avviene con cyber attacchi e tecniche di manipolazione, persuasione e propaganda veicolate attraverso i media storici come i new media. "Battaglie narrative", in cui missili e bombardieri sono stati appunto soppiantati dalle PsyOps ("Psychological Operations"), le operazioni psicologiche.Le guerre di quarta generazione stanno a loro volta cedendo il passo, secondo alcuni osservatori, a quelle di quinta e ultima generazione (5GW), conflitti sostanzialmente simili ma ancor più impercettibili, dove le tecnologie odierne saranno sostituite da quelle ipersoniche, spaziali e nano, e in cui non sarà da escludere anche l'utilizzo di mini-ordigni nucleari tattici controllati,

Approfondimento:

Dette "massed manpower", le guerre di prima generazione (1GW) erano guerre di conquista tra imperi e stati, basate sullo scontro fisico e frontale, corpo a corpo, per il dominio di territori e spazi. Sopravvissero fino al Settecento.

Iniziate nell'Ottocento, le guerre di seconda generazione (2GW), o "industriali, erano guerre a distanza, in cui le armi da fuoco (massed fire power) sostituirono progressivamente quelle bianche e lo scontro fisico diretto.

Con il Novecento si hanno invece le guerre di terza generazione (3GW), conflitti "post-industriali" tra stati e super-potenze che videro l'ascesa della tecnologia e della propaganda

Riferimenti bibliografici: "Fake news: sicuri che sia falso? Gestire disinformazione, false notizie e conoscenza deformata", di Andrea Fontana

I monarchici sollecitano regole sulla “ragionevole durata” dei processi

Il dibattito sulla disciplina della prescrizione, bloccata dal 1° gennaio in assenza della semplificazione del processo penale, preoccupa fortemente i monarchici italiani a causa della evidente incapacità del governo e delle forze politiche di conciliare l’esercizio dell’azione punitiva dello Stato con il diritto di difesa delle persone imputate e di quelle offese dal reato, come messo in risalto anche dell’Avvocatura italiana. La ragionevole durata del processo, espressione di civiltà giuridica propria degli ordinamenti liberali, è ancora una volta una aspettativa frustrata e concorre a screditare l’immagine del Paese agli occhi dei cittadini e, per la giustizia civile, anche degli imprenditori, soprattutto stranieri che vengono dissuasi dall’investire in Italia a causa della incertezza nell’applicazione delle leggi.

L’Unione Monarchica Italiana, attenta da sempre al tema dei diritti delle persone, sollecita l’impegno delle forze politiche ad avviare una riforma complessiva della Giustizia che non sia ispirata a pregiudizi ideologici ma alle esigenze concrete dei cittadini e delle imprese.

Roma,09.01.2020

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

Venti di guerra in Medio Oriente

In presenza di una crisi internazionale che coinvolge aree sensibili del Medio Oriente e dell’Africa mediterranea, l’Unione Monarchica Italiana si fa interprete delle diffuse preoccupazioni degli italiani per il possibile aggravarsi di tensioni che potrebbero prefigurare conflitti armati, in assenza di iniziative non solo del Governo italiano, escluso delle recenti consultazioni delle maggiori potenze direttamente interessate alla stabilità di quelle aree, ma dell’Europa, assolutamente incapace di esprimere una linea politica unitaria ed autorevole come vorrebbe il rilievo politico ed economico degli stati membri.

I monarchici, richiamando il ruolo che l’Italia ha avuto nel corso dei secoli nei rapporti con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo al loro sviluppo civile ed economico in un contesto di rispetto delle diverse esperienze storiche e politiche, ritengono che il nostro Paese debba essere protagonista nelle relazioni internazionali e nel contesto dell’Unione Europea per favorire democrazia, pace e sviluppo nello scacchiere medio orientale e nordafricano.

Roma,04.01.2020

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

Il bilancio dello stato approvato senza discussione parlamentare

L’esame da parte del Parlamento della legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato per il 2020, documento politico programmatico fondamentale per l’azione di governo, destinato ad individuare gli obiettivi di politica economica, denota un preoccupante degrado delle istituzioni rappresentative, essendo stato impedito in Senato un adeguato approfondimento delle voci di spesa e di entrata del documento il quale, in occasione della prossima approvazione da parte della Camera dei deputati, non potrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti ed emendamenti.

L’Unione Monarchica Italiana esprime viva preoccupazione per gli effetti che sulla democrazia rappresentativa derivano inevitabilmente dalle limitazioni del ruolo dei componenti delle assemblee parlamentari in occasione dell’approvazione della più importante delle leggi di uno Stato democratico, nel quale sono indicate le risorse destinate alle politiche pubbliche nei vari settori di interesse per i cittadini.

La compressione dei poteri del Parlamento è un segnale negativo che deve fortemente preoccupare i cittadini in quanto trasferisce poteri decisionali fondamentali dalle Camere ai partiti ed al governo senza alcun controllo effettivo da parte dei rappresentanti del popolo sovrano.

Roma,18.12.2019

                                                                           

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi