Parola di Re
L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.
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Comunicato stampa del 30 giugno 2022
No dei monarchici allo ius culturae
L’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.) manifesta assoluta contrarietà alla ricorrente proposta di attribuire automaticamente la cittadinanza italiana agli stranieri al termine di un ciclo di studi, in quanto tale iniziativa confonde il diritto all’accoglienza con il diritto di cittadinanza. L’U.M.I. ricorda come l’accoglienza nei confronti di coloro che fuggono da guerre o da calamità naturali sia espressione di una cultura radicata nella civilissima comunità italiana. Ed è giusto che a coloro che vengono accolti nel nostro Paese siano riconosciuti i diritti alla salute, all’istruzione e all’esercizio delle attività sportive. Diversa è la cittadinanza, che comporta diritti e doveri, come quello della difesa della Patria, da sempre qualificato “sacro”. E, tra i diritti, quello del voto con cui il popolo partecipa all’esercizio della sovranità nazionale.
I monarchici italiani, da sempre favorevoli ad un’accoglienza assistita dai più ampi diritti e compatibile con le possibilità consentite dalle condizioni economiche del nostro Paese, ritengono che la cittadinanza italiana debba essere riservata esclusivamente a coloro che abbiano dato dimostrazione di condividere i valori di libertà, civile e spirituale, che contraddistinguono la nostra civiltà.
Roma,30 giugno 2022
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Pistoia, battaglia sul nome del liceo Duca d'Aosta. Aimone di Savoia scrive alla scuola
L'istituto intitolato a Amedeo di Savoia, proposta per cambiare il nome. Il pronipote: "Scelta legittima, ma non denigratelo: fu un eroe"
Pistoia, 22 giugno 2022 - "Leggo su La Nazione di Pistoia di alcuni giorni fa l’articolo che si riferisce al possibile cambio di nome del Liceo Amedeo di Savoia Duca d'Aosta, mio prozio, nome scelto nel 1942, anno della sua morte in prigionia. Cambiare il nome di una scuola sono una scelta e un diritto assolutamente democratici. Non è infatti sulla scelta in sé, ma sulle motivazioni addotte che la dovrebbero giustificare e sostenere, che vorrei chiedere la Vostra attenzione". Comincia così la lettera che Aimone di Savoia ha scritto al preside della scuola pistoiese, Paolo Biagioli e al sindaco Alessandro Tomasi. La lettera prosegue: "Leggo sull’articolo: 'Le motivazioni del docente che ha lanciato la proposta riguarderebbero i valori che ispira una figura come quella di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, ossia quelli della monarchia e la collusione con il regime fascista'. La storia di Amedeo di Savoia, fratello di mio nonno, come quella della Monarchia e dell'Italia tutta, passa indubbiamente per il periodo fascista, ma ciò non scalfisce minimamente la ineccepibile e gloriosa storia della sua persona. Morì per la sua patria in Africa, in un campo di prigionia Inglese. Fu infatti costretto ad arrendersi dopo giorni di strenua difesa, per la mancanza di munizioni e soprattutto per poter salvare la vita ai moltissimi feriti che non potevano più essere curati. Al momento della resa, il comando Inglese decise di rendergli gli onori delle armi, per l’eroico comportamento suo e dei soldati che comandava. L’onore delle armi è un atto eccezionale che non ricordo sia mai più stato concesso. Gli Inglesi, nemici acerrimi dell’Italia fascista, gli riconobbero quel valore che chi sostiene questa proposta gli vuole cancellare! Siete ovviamente liberi nelle Vostre scelte, ma Vi chiedo di non denigrare un eroe che aveva ben chiaro quale sia il valore dell'amor di Patria, e del senso del dovere al quale ha sacrificato la propria vita con orgoglio e fierezza. Un uomo valoroso, un esempio per tutti coloro che conoscono e rispettano la storia".
Cancellare la storia per condizionare il futuro. La proposta di cambiare nome al Liceo Scientifico Amedeo di Savoia Duca d’Aosta di Pistoia
di Salvatore Sfrecola
Va di moda, da qualche tempo, riscrivere la storia abbattendo monumenti, cambiando l’intestazione di strade piazze ed edifici pubblici. È una moda che ha una precisa regia, anche se il regista cambia di volta in volta, da paese a paese. Cancellare la storia significa dominare e guidare la massa informe di soggetti di scarsa cultura, di incerta identità, civica, spesso anche personale. E così vengono rimosse negli Stati Uniti le statue di Robert Edward Lee, il Comandante dell’esercito della Confederazione. Era della Virginia e, pur ricoprendo una carica importante nell’esercito, al momento della secessione si era schierato con i suoi concittadini. Per chi ha voluto eliminare le statue in suo onore era un razzista, come George Washingthon, Generale e primo Presidente degli Stati uniti. Entrambi disponevano di schiavi. Come Cristoforo Colombo, altra vittima della furia iconoclasta.
Il solito errore di giudicare le vicende passate con la mentalità di oggi.
L’Italia, che finora è rimasta pressoché immune da queste derive irrazionali, conosce adesso una iniziativa a dir poco miserevole perché ad essere contestata è l’intitolazione di un Liceo Scientifico di Pistoia ad Amedeo di Savoia Duca d’Aosta. La proposta è di un professore che vorrebbe cambiare nome alla scuola. La risposta è stato un coro di no, di studenti ed ex studenti, politici del territorio e cittadini. Il Consiglio dei docenti ha deciso di portare la proposta davanti al Consiglio di istituto e c’è da immaginare che ci sarà battaglia.
Il docente che ha lanciato la proposta ritiene che i valori che ispira una figura come quella di Amedeo Di Savoia Duca D’Aosta sia quella della monarchia e della presunta collusione con il regime fascista. Uno svarione notevole per quello che dovrebbe essere un uomo di cultura il quale dovrebbe sapere che il Duca è stato un italiano riconosciuto come uomo libero, amministratore saggio dell’Etiopia, dove fu Viceré, soldato coraggioso, difensore dell’Amba Alagi, dove diede prova di grande valore. Gli stessi vincitori gli riservarono l’onore delle armi.
È evidentemente una mossa politica propagandistica. Il Duca ha dimostrato sempre indipendenza. È noto che, recatosi a Berlino per le Olimpiadi del 1936, disse agli amici che gli chiedevano che impressioni avesse avuto fu lapidario: “un grande popolo guidato da un pagliaccio”.
Nella polemica è intervenuto il Presidente dell’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.), l’Avv. Alessandro Sacchi, che ha denunciato “questa irrazionale deriva politica che vorrebbe riscrivere la storia per impedire alle giovani generazioni di guardare al futuro con l’orgoglio del passato, di una identità nazionale nella quale trovano spazio personalità che, come Amedeo d’Aosta, hanno dimostrato altissimo senso del dovere. Di questo passo – conclude l’Avv. Sacchi – rischia di essere occultato perfino il ricordo di Giuseppe Mazzini, costituito da piazze, viali, ponti e monumenti, con la scusa che furono inaugurati esclusivamente durante il Regno d’Italia”.
Mi sembra opportuno questo riferimento alla funzione della storia capace di inorgoglire i giovani italiani per proiettarli verso un futuro fatto di sfide che esigono fantasia, coraggio e determinazione. Privare i giovani della storia è come sradicarli dalla propria famiglia e dalle esperienze che in essa sono maturate.
È stata attivata anche una raccolta di firme. Hanno iniziato gli ex studenti della scuola di fine anni ‘60 che in una pec al dirigente scolastico chiedono un ripensamento. “Invitiamo il proponente del cambiamento a leggersi la storia di Amedeo di Savoia (eroe dell’Amba Alagi nella Guerra d’Africa, medaglia d’oro al Valor militare) e a documentarsi di quanto prestigio rivestisse a livello internazionale – scrivono gli ex studenti della scuola Raffaele Lombardi, Patrizia Baldi, Elisabetta Baldanzi, Manuela Baldacci, Patrizia Pecile, Lucia Mori, Chiara Alba Caponnetto, Manuela Canigiani, Letizia Poli, Enrica Dami, Giuseppe Dardi, Alessandro Pettinelli, Franco Fantoni e Leonardo Moretti –. Non abbiamo, a differenza forse di altri, la pretesa di dare giudizi, ma riteniamo che la proposta avanzata sia solo il frutto di questi tempi dove si mette in discussione tutto sulla scia di una politacally correct che ormai ci ha anche un po’ stufati. Siamo stanchi, e pensiamo di non essere soli, di ricevere lezioni da chi pensa che antifascismo sia anche quello di cambiare il nome ad una scuola, solo perché quel nome richiama una casata legata alla monarchia. Quando nel 1941/42 è nato il liceo scientifico il regime fascista poteva scegliere altri nomi, ma quello del Duca di Aosta rappresentò una scelta che andava oltre gli schieramenti”.
Comunicato stampa di martedì 21 giugno 2022
Resti intestato ad Amedeo Duca d’Aosta il liceo scientifico di Pistoia
Per alcuni docenti del Liceo Scientifico “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” di Pistoia i grandi della Patria non vanno più di moda. E propongono, contro il parere di studenti e di ambienti culturali locali, di cambiare il nome all’Istituto che ricorda l’eroico difensore dell’Amba Alagi, al quale anche i vincitori vollero rendere l’onore delle armi, una personalità – sottolinea l’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.) - che, in un momento difficile della storia d’Italia, ha voluto essere soprattutto un italiano ed un soldato.
I monarchici italiani denunciano questa irrazionale deriva politica che vorrebbe riscrivere la storia per impedire alle giovani generazioni di guardare al futuro con l’orgoglio del passato, di una identità nazionale nella quale trovano spazio personalità che, come Amedeo d’Aosta, hanno dimostrato altissimo senso del dovere. Di questo passo – segnalano i monarchici - rischia di essere occultato perfino il ricordo di Giuseppe Mazzini, costituito da piazze, viali, ponti e monumenti, con la scusa che furono inaugurati esclusivamente durante il Regno d’Italia.
Roma,21.06.2022
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi