Parola di Re
L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.
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Comunicato stampa di lunedì 13 aprile 2020
Con la crisi economica l’Unione Europea ha l’occasione per dimostrare la sua utilità
Il dibattito interno all’Unione Europea sulle misure da adottare per favorire la ripresa dell’economia degli stati membri, che vivono la crisi profonda del blocco delle attività industriali e commerciali, a seguito dell’epidemia da Coronavirus, sta dimostrando i gravi limiti delle istituzioni europee in una situazione di emergenza.
L’Unione Monarchica Italiana, che condivide il valore identitario delle radici storiche, spirituali e culturali comuni ai popoli europei, ritiene ormai indilazionabile una riforma profonda dei Trattati istitutivi che sani quel deficit di democrazia, sempre denunciato e mai sanato, in particolare per il ruolo inadeguato del Parlamento che non ha i poteri delle assemblee democratiche che conosciamo negli ordinamenti interni ai paesi continentali.
I monarchici italiani, che credono nell’Europa dei popoli e delle patrie, chiedono alle forze politiche di assumere, senza ulteriori indugi, una iniziativa autenticamente riformatrice in questo passaggio fondamentale nella storia dell’Unione Europea che se non saprà dare una risposta all’attuale crisi economica non avrà un futuro.
Roma,13.04.2020
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Comunicato stampa di sabato 11 aprile 2020
Il degrado del confronto politico preoccupa i monarchici italiani
Il confronto politico sulle misure dirette a promuovere la ripresa dell’economia, dopo la crisi seguita al blocco delle principali attività industriali e commerciali a causa dell’epidemia da Coronavirus, ha assunto i toni di una esasperata contrapposizione, a volte sfociata nell’insulto.
L’Unione Monarchica Italiana, che da sempre ritiene l’arte del governo la più alta espressione di cultura politica, invita i partiti ad una più pacata analisi delle iniziative proposte dalle varie parti politiche, al fine del loro approfondimento e della individuazione delle più idonee ad assicurare all’Italia quella crescita che è condizione di benessere per i cittadini. Nel contempo torna a suggerire, sulla base dell’esperienza dei paesi più sviluppati, il ricorso ad un grande programma di investimenti in opere pubbliche infrastrutturali, delle quali l’Italia ha estremo bisogno, finanziato da un prestito nazionale, riservato ai risparmiatori italiani, da offrire a condizioni vantaggiose e coerenti con la tenuta dei conti pubblici.
Roma,11.04.2020
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
THE QUEEN NEL VILLAGGIO GLOBALE
di Alessandro Sacchi
( tratto da https://farefuturofondazione.it/)
Nessun analista politico sarà mai capace di determinare il valore aggiunto da Elisabetta II, Sovrana del Regno Unito e Capo della Chiesa Anglicana, solo per citare due dei suoi innumerevoli titoli, alla campagna per la Brexit, quando ad uno stupito giornalista che le domandava la sua posizione sull’argomento, gli domandò a sua volta, un po’ piccata, se era veramente necessario restare in Europa. A capo della più antica democrazia parlamentare del mondo, Elisabetta detiene un potere disegnato dalla consuetudine, non essendo sancito da una Costituzione scritta. Le sue prerogative sono essenzialmente tre diritti-doveri: essere informata, suggerire e mettere in guardia. Avendo superato tutti record di longevità al vertice dello stato, 68 anni di regno, passata indenne dalla seconda guerra mondiale, alla quale partecipò come ausiliaria, rappresentando a volte il padre Giorgio VI, quando ciò era possibile, ha attraversato la seconda metà del ventesimo secolo, e buona parte del ventunesimo, entrando ed uscendo dall’Europa, nella quale gli inglesi non avevano mai creduto fino in fondo e, destreggiandosi tra le piccole e grandi minacce alla civiltà occidentale, dalle tensioni sociali, alle emergenze ambientali fino ad arrivare al terrorismo di matrice religiosa. L’arrivo della grande pandemia, che ha sorpreso i popoli di tutto il pianeta in un momento di apparente relativa sicurezza, ha mostrato tutti i limiti della provvisorietà che caratterizza i vertici delle democrazie parlamentari di tipo repubblicano. Gli appelli, più o meno accorati e credibili, alla coesione nazionale degli inquilini dell’Eliseo, della Casa Bianca, ed anche del Quirinale, sono stati recepiti come un atto dovuto, un dovere d’ufficio, da parte di funzionari, sebbene i più alti funzionari che possa esprimere un’architettura costituzionale, preoccupati soprattutto di rimanere indenni dal contagio. Lei no. Her Majesty, che si è vista sfiorare da 15 primi ministri del Regno Unito, 7 Pontefici ed una dozzina di Presidenti statunitensi ha conservato, nell’avvicendarsi dei suoi interlocutori, ruolo e prerogative. Nei grandi cambiamenti che hanno caratterizzato il suo lungo regno è rimasta immutabile, autorevole, ferma e, nonostante l’avanzata età, non si è trasformata nella nonna d’Inghilterra, ruolo già felicemente ricoperto da sua madre, ma nel continuo divenire, è rimasta l’unico punto fermo al quale gli inglesi, e non solo, guardano con affettuosa e rispettosa considerazione nella vita ordinaria e nei momenti difficili. Pertanto, mentre il suo Primo Ministro, che al comparire dei primi contagi nel Regno Unito, dopo essersi attirato critiche con la sua infelice uscita sulla “immunità di gregge”, sperimentava sulla sua pelle la paura ed il disagio del contagio, the Queen, prudentemente, ha in un primo momento taciuto. Il suo messaggio alla nazione, il quarto del suo regno, ha rincuorato gli inglesi, anche i più vecchi, nella cui memoria è vivo il ricordo della battaglia d’Inghilterra, quando le micidiali V2 oscurarono il cielo di Londra. Dio salvi la Regina, forse unico leader globale, anche quando, passata quella che sembra debba lasciare il ricordo di una terza guerra mondiale, del “villaggio globale” sarà rimasto ben poco.
Comunicato stampa di mercoledì 8 sprile 2020
Ancora un ponte che crolla. L’avevano ritenuto sicuro
Ancora un ponte che crolla, ad Albiano sul fiume Magra, per fortuna senza vittime. L’avevano giudicato sicuro dopo un intervento di manutenzione evidentemente inadeguato. L’Unione Monarchica Italiana torna a segnalare l’esigenza, improcrastinabile, di un programma di interventi di manutenzione straordinaria della rete stradale, autostradale e ferroviaria, attraverso un grande prestito nazionale che mobiliti, oltre risorse pubbliche, anche il risparmio privato per aiutare la ripresa dopo la stasi delle attività industriali, manifatturiere, commerciali e turistiche dovute all’epidemia da coronavirus.
L’Unione Monarchica Italiana stigmatizza il grave silenzio della politica sulle ipotesi, condivise dai maggiori economisti, di un grande prestito nazionale per tornare a crescere.
Roma,08.04.2020
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi