Parola di Re
L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.
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L'opinione di Giuseppe Borgioli
LA REPUBBLICA SENZA MEMORIA
Il 10 di febbraio è il giorno del ricordo della tragedia delle foibe titine dove furono trucidati dal 1943 al 1945 inoltrato circa 20.000 istriani e dalmati che agli occhi dei lei loro aguzzini avevano la sola colpa di essere Italiani e di sentirsi legati all’Italia.
Ancora oggi quel giorno è celebrato (o ignorato) con un sottile senso di fastidio quasi che la storia dei nostri fratelli di quella martoriata parte d ’Italia non ci appartenesse.
I corpi di quelle vittime come le immagini dei 400.000 profughi che abbandonarono le loro adorate terre per fuggire dalla dittatura comunista sono cancellati nella iconografia ufficiale della repubblica. Questi valorosi e coraggiosi Italiani (donne e uomini, vecchi e bambini) furono accolti dal gelo e dalla indifferenza se non dall’ostilità’. Eppure, con le loro sole forze già messe a dura prova ricominciarono daccapo e dettero vita in pochi anni ad imprese e attività commerciali che fanno onore a tutta l’Italia.
In silenzio hanno conservato il ricordo delle tribolazioni loro e delle loro famiglie, nel disinteresse generale, soprattutto dei politici.
La cattiva coscienza che ha costretto i media a parlare almeno il 10 febbraio di questa pagina nazionale e europea, ha però suggerito a molti commentatori (quasi tutti) di parlare contemporaneamente dell’olocausto, quasi per farsi perdonare l’imprudenza di aver difeso un pezzo di memoria degli Italiani.
Mi sovviene un gustoso episodio di un amico buon scrittore che si era sentito promettere da un giornalista la recensione del suo libro annunciandogli che ne avrebbe dovuto scriverne male, questo il prezzo da pagare alla politica del suo giornale. L’alternativa era la stroncatura o l’oblio.
Quelli che scappavano dalla Jugoslavia di Tito erano veri profughi politici che l’Unità organo del Partito Comunista Italiano dipingeva in questo prezioso quadretto. E’ Piero Montagnani che scrive il 30 novembre 1945: “Non riusciremo mai a considerare avanti diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città, non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con lì avanzata degli eserciti liberatori".
In questo l’opzione di quella area politica non è cambiata: contro i veri profughi, a favore dei falsi profughi.
Spesso il silenzio dignitoso è preferibile alla ipocrisia delle commemorazioni rese come atti dovuti.
Un ultimo dubbio. E la Chiesa Cattolica che pur patì in quegli anni la persecuzione insieme al martirio di tanti sacerdoti non ha nulla da dire?
Giuseppe Borgioli
Firenze: sabato 9 febbraio 2019
Si è tenuta a Firenze, presso il Caffè letterario delle Giubbe Rosse, l’attesa presentazione del volume “Conversazione sulla Monarchia”.
L’evento, ottimamente organizzato dal Coordinatore Regionale Gianni Cipollone, ha visto la partecipazione di pubblico numeroso ed attento. Erano presenti, oltre agli Autori, Il Presidente Alessandro Sacchi ed Adriano Monti Buzzetti, i Consiglieri Nazionali Ceccotti, Bindella e Metafora, numerosi giovanissimi.
Alla presentazione è seguito un apprezzato rinfresco.
A presto Firenze!
da sx: Giovanni Cipollone, Segretario Regionale U.M.I. Toscana, l'Avv. Alessandro Sacchi, Presidente Nazionale U.M.I, e il Dott. Adriano Monti Buzzetti
il pubblico presente in sala
L'opinione di Giuseppe Borgioli
IL FATTORE MATTEO SALVINI
di Giuseppe Borgioli
Ho conosciuto Matteo Salvini anni fa nella mia veste professionale quando era un giovane e promettente militante della Lega. Mi colpì il suo attaccamento alla politica intesa come militanza che era tipica della sinistra (e delle minoranze) e la sua sintonia con la gente. Fiuto? Calcolo? Capacità di intercettare i bisogni della gente? No, era qualcosa di più, come una seconda natura.
Preferiva fare il volantinaggio in un mercato rionale periferico ai ricevimenti ufficiali. La sua forza era di dire quello che pensava anche se era sgradevole ai suoi interlocutori. Non aveva una doppia verità. Il suo privato era pubblico e il suo pubblico era privato.Ciò non mi ha impedito di nutrire molte riserve sulla sua condotta politica peraltro premiata puntualmente dagli elettori.
Riconosco che nel tempo la sua visione politica è cambiata. Lui ha cambiato pelle ma nello stile è rimasto quello che ho conosciuto io tanti anni fa. Dalla secessione nordista al sovranismo il passaggio è stato tortuoso.
Avrà sicuramente incontrato maestri diversi e avrà frequentato lettura diverse.
Non so nemmeno se abbia una strategia, è una tattica come gli impulsivi, ma è certamente fortunato e la fortuna era il primo requisito che Napoleone richiedeva ai suoi ufficiali nelle promozioni di carriera.
Il cavallo di battaglia di Salvini e della Lega è rimasta la gestione legale del flusso deli immigrati- Qui Salvini e più vicino alla gente di quanto non lo siano i predicatori laici, sociologi, giornalisti, intellettuali che come in un verso di De André “sentendosi come Gesù tempio danno buoni consigli se non possono più dare il cattivo esempio”. Non sono un giurista e per scrivere queste poche righe ho chiesto pareri agli amici esperti.
Se i giudici di Catania hanno elementi tali che il loro amore per la pratica del diritto (non per il partito degli immigrati) li spinge a incriminare il ministro degli interni, evviva il loro zelo.
Se invece è solo propaganda, temo che le loro azione prima o poi si rivolgerà contro come un boomerang.
Il peggio è che la repubblica continua a fare scempio delle istituzioni.